FLAYED, XI Mililon
Quando verrà giù il diluvio universale per portarsi via quel che resta di un Rock moribondo e sconfitto dal mainstream, chi salverà l’Hard Rock facendolo salire sull’arca di Noè? Magari non proprio l’arca di Noè, più probabilmente la zattera di Caronte… comunque qualcuno dovrà pur prendersi cura di una delle forme più rappresentative del nostro genere musicale preferito, non credete?
Dalla Francia giungono voci di un sestetto che, dopo aver pubblicato un paio di full length, parrebbe volersi candidare a compiere quest’ardua impresa. Sì, avete capito bene: un sestetto hard rock proveniente dal paese dei duetti elettronici. Lo so, ci vogliono fegato e anche una certa manetta, ma se si offrono volontari non possiamo mica dir loro di no!?!
Si chiamano Flayed. Il loro biglietto da visita consiste in cinque tracce nelle quali sembrano mettere in mostra tutto ciò che hanno, in pratica un sound moderno con chiari richiami alla vecchia scuola. Partiamo dall’inizio: la copertina fa abbastanza schifo, però capita spesso che album belli abbiano copertine brutte e viceversa, quindi non facciamoci fregare dai pregiudizi. Ascoltiamo. Appare chiaro da subito che le qualità tecniche non mancano e che la produzione è molto ben curata. Le influenze principali sono Deep Purple, periodo House Of Blue Light, e ZZ Top di El Loco. Poi, sarà per via di quell’hammond spintissimo o per la loro evidente passione late 70’s, ma io ci sento strisciare anche del prog. I primi due pezzi provengono dalle session del primo album, il terzo è una cover dei Creedence e in chiusura abbiamo un paio di tracce nuovissime. Focalizzando l’attenzione su quest’ultime, ho sentito puzza di Kid Rock, non tanto per una questione stilistica, quanto per il fatto che mi è sembrato cercassero di strafare, finendo con il suonare un po’ cafoni. Insomma, bravi sì, simpatici pure, forse anche un po’ interessanti, ma per l’Hard Rock ci vuole classe, e i Flayed non ne hanno. Avanti il prossimo!