FKA twigs, EUSEXUA
FKA twigs, Tahliah Debrett Barnett all’anagrafe, gioca un campionato a sé stante, genio della lampada avant-pop e della pole dance che applica la sua creatività generativa ovunque, tanto da uscirsene con un neologismo fresco di pacca: EUSEXUA descrive una sensazione di euforia, il superamento trascendentale della forma umana. Nientemeno…
Senza contare il divertente mixtape CAPRISONGS del 2022, in fondo indicativo della volontà di alleggerire i toni, questo è il terzo vero e proprio album per l’artista britannica, fisica e algida in un colpo solo, dopo la reinvenzione R&B del capolavoro LP1 e il dolente songwriting future-femminista di Magdalene. E dopo milioni di stream, ma anche dopo avventure nel mondo della moda e del cinema (il recente reboot de “Il Corvo”, perché?). L’attesa era dunque alle stelle, per uno dei pochi personaggi contemporanei gravitanti con credibilità tra stardom e sperimentazione. Proprio durante la lavorazione de “Il Corvo”, in un bagno a un rave in quel di Praga, Barnett si è scritta sulla mano il suddetto neologismo, lasciandosi ispirare dalla cultura dance a livello emotivo ancor prima che di sound, secondo le sue stesse dichiarazioni.
EUSEXUA, comunque sia, suona realmente da club, suona techno-pop. Da una parte rinnova sodalizi importanti, a partire da quello con il producer gallese Koreless (da recuperare il suo esordio del 2021, Agor), protagonista dei martellamenti d’n’b-industrial della liberatoria “Drums Of Death” (Fuck you want), con sezione strumentale predisposta per una performance al Berghain di Berlino e sample dal rapper sud-coreano G-DRAGON; dall’altra si lancia in partnership con nuove leve ancora da soppesare, come il duo elettronico Two Shell. Il messaggio leggermente semplicistico dell’edonismo quale atto di rivolta contro le gabbie sociali della routine ritorna in uno dei migliori episodi del lotto, “Room Of Fools”, nato nel bagno di cui sopra, realizzato con il solito Koreless e con Marius de Vries, dalla mini-coda etno. La danza, praticata professionalmente in prima persona ed esaltata nei videoclip del compagno Jordan Hemingway, è espressione di massima catarsi. Quasi ci si rammarica, allora, del fatto che il progetto non sia stato perseguito con decisione ancora maggiore nell’ottica dell’accelerazione dei bpm.
FKA twigs A.D. 2025 occhieggia agli anni ’90 di Madonna, quella dell’inarrivabile Ray Of Light messo a punto tra gli altri assieme a de Vries e a William Orbit, e persino a Kylie Minogue: basti sentire nel primo caso “Girl Feels Good”, nel secondo quella “Perfect Stranger” confezionata con l’apporto degli esperti da hit Stuart Price, Stargate e Ojivolta. Detta così, si potrebbe sanzionare il tutto come svolta commerciale e a peggiorare le cose arriva il reggaeton di “Childlike Things” – un titolo, un programma – che butta dentro North West, figlia di Kanye West e Kim Kardashian, nonché la stucchevole conclusione chitarra acustica-voce di “Wanderlust”. Eppure resta la classe con la quale si continuano a intraprendere strade meno lineari, come avviene fra i riverberi di “24hr Dog”, sulla sottomissione sessuale e tecnologica, e nel crescendo virtuosistico della title-track, con la collaborazione sottobanco di Eartheater. L’introspezione e la vulnerabilità che si frantumano d’improvviso contro muri digitali, in affinità con Kelela, è un piccolo schema che si ripete nella breve ballad “Sticky”, con campionamento da Aphex Twin, e nel post-barocchismo esotico di “Keep It, Hold It”, alla quale si aggiunge Nicolas Jaar, oppure in una “Striptease” – lanciata per la campagna di Calvin Klein – che proietta Kate Bush al fianco di Caroline Polacheck. Se non si può piangere per sempre, Barnett schiva le definizioni, si spoglia delle infrastrutture, tiene il piede in varie staffe, balla come le pare e piace. Poi si vedrà.
Tracklist
A1. Eusexua
A2. Girl Feels Good
A3. Perfect Stranger
A4. Drums Of Death (Featuring Koreless)
A5. Room Of Fools
A6. Sticky
B7. Keep It, Hold It
B8. Childlike Things
B9. Striptease
B10. 24HR Dog
B11. Wanderlust