FIS & ROB THORNE, Clear Stones
Oliver Peryman (FIS) dall’anno scorso è uno dei nomi di spicco nell’ambito della cosiddetta elettronica d’ascolto. From Patterns To Details ha ricevuto a buon diritto riscontri notevoli e altrettanto a buon diritto appartiene al catalogo Subtext: sta bene al fianco di un Paul Jebanasam, che come lui satura al massimo i suoni, dando fisicità estrema ad album d’atmosfera.
Peryman è neozelandese, dunque non sorprende troppo la collaborazione con Rob Thorne, un antropologo che suona strumenti a fiato e percussioni che appartengono alla cultura aborigena (Māori). Non è la prima volta, del resto, che avviene una commistione di questo tipo (Occidente contemporaneo e tecnologico fuso con tradizioni appartenenti al Resto del Mondo), ma Peryman ha personalità e un sound abbastanza originale, il che gli permette di dire qualcosa di nuovo assieme a Thorne. Ho letto che sentir quest’ultimo suonare fa credere che sia la Natura stessa a farlo (il legno in cui sono intagliati gli strumenti rammenta la foresta, il soffio del musicista, passando attraverso loro, si trasforma in quello del vento…) ed è qui che arriva FIS, capace, come appunto Jebanasam, di comunicare imponenza, amplificando oltremodo, fino all’esplosione, flauti e corni inventati secoli fa. La Natura è un tempio, scriveva qualcuno, e in generale per molti popoli è la Divinità, perciò è facile dare inconsciamente anche una sfumatura sacra alla potenza sprigionata da Clear Stones. Massimi sistemi per massimalisti, insomma. Si gode.