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FERUM, Asunder/Erode

I Ferum si sono formati a Bologna nel 2017, anche se oggi la chitarrista/cantante e principale compositrice della band Samantha Alessi e il batterista (e produttore del disco) Are Kangus vivono a Tallinn in Estonia. Nonostante le difficoltà logistiche il trio, completato dal bassista Matteo Anzelini, è arrivato all’album di debutto Asunder/Erode per Unhortodox Emanations, nuova etichetta creata da Avantgarde e specializzata in death metal e affini. Un primo indizio di cosa ascolteremo si trova nell’incisivo artwork affidato a Paolo Girardi, già noto per le collaborazioni con Power Trip, Hierophant, Vastum, Diocletian, Come To Grief e tantissimi altri: un incubo giocato sul nero e toni scuri rosso sangue che non passa di certo inosservato. Parimenti, il suono della band sprofonda in un putrido e maleodorante death-doom dal tratto claustrofobico e denso come catrame, spezzato nel suo incedere funereo da brevi linee melodiche che lasciano filtrare una luce tenue e donare pathos ai brani. Si tratta, per l’appunto, di bagliori distanti, quasi frammenti di ricordi che non riescono a cacciare le immagini di disperazione e tormento usate dai Ferum per mettere in note il concetto di distacco. Tutto, dai suoni alla voce, dalla scrittura ai cambi di tempo, concorre a dar corpo ad un macigno di sofferenza in grado di rendere tangibile un immaginario degno di Hieronymus Bosch, con corpi deformi e panorami surreali. A dar man forte ai tre interviene su una delle tracce, “The Undead Truth”, Mike Perun dei Cianide, formazione cui la band non ha mai fatto mistero di fare riferimento tanto da omaggiarla di una cover di “Funeral” sul debutto Vergence e definita senza mezze misure in più di un’occasione una delle proprie influenze principali. A chiudere l’album troviamo una outro che, come già accaduto nel menzionato ep di debutto, prende a prestito le parole di un poeta italiano, in questo caso Eugenio Montale e la sua “Spesso Il Male Di Vivere Ho Incontrato”, chiusura perfetta per un album che colpisce nel segno e non fatica a dimostrare le potenzialità dei Ferum.

Poco altro da aggiungere, per una volta l’abito fa il monaco e quanto promesso dalla copertina viene fedelmente mantenuto.