FERA, Psiche Liberata

Il colore viola secondo Fera, cioè Andrea De Franco, compositore attivo a Bologna, attualmente anche nella formazione di James Jonathan Clancy. Per l’etichetta di quest’ultimo, Maple Death, esce Psiche Liberata, mixato a Berlino da Steve Scanu, che fa seguito al folgorante esordio Stupidamutaforma e al precedente Corpo Senza Carne. Ricordando che, nel 2021, c’erano già stati i venti minuti di loop di Catastrofe Ultravioletta. Dall’involucro alla mente, in fluttuazione storta, contorta, per traiettorie viceversa minimali, dove ambient, sperimentazione e techno si fanno pensiero unico senza limiti di spazio.

De Franco è noto in parallelo come illustratore e, non a caso, si è occupato in prima persona dell’artwork dell’album (che si può fruire in allucinatorio abbinamento con il libro di disegni La Caverna Degli Abbracci, su Canicola Edizioni), creato a mano fino a generare un’unica immagine-cellula astratta che racchiude simbolicamente tutto ciò che ascoltiamo. Il poema elettronico va con l’ipnosi cullante di “Not Me, Not You”, le dissonanze noisey dell’estesa title-track, i chiaroscuri cosmici-carpenteriani di “Celestial Anacusma”, i sax di Laura Agnusdei e i flauti di Luigi Monteanni (Artetetra) per l’Arancia meccanica synth-jazz di “Milk Tears In The Hug Chamber”, i ritmi frammentati di “Simulacrima” e quelli industriali di “Dilluvia”. Una musica dei cieli, di cyberneuroni e labirinti membranosi, piogge purpuree e volte di acciaio.