Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

FENNESZ, Mahler Remix

FENNESZ, Mahler Remix

Pare che in vita Gustav Mahler non godesse di particolare successo come compositore: a Vienna, dove visse e lavorò per un lungo periodo di tempo, veniva considerato principalmente per le sue qualità di direttore d’orchestra e alle sue composizioni, strambe per il periodo, si preferivano quelle di Richard Strauss, maggiormente in linea con il clima tardo-romantico. La capacità di creare una musica innovativa, che andava oltre le rigide strutture dell’epoca e che mescolava alla tradizione classica elementi presi dalla cultura popolare, gli farà meritare l’appellativo di “contemporaneo del futuro”; l’importanza del compositore infatti sarà compresa solo a partire dagli anni Sessanta, con la diffusione delle tecniche di incisione stereofonica a rendere giustizia alle sue invenzioni e all’attenzione maniacale che egli riservava all’acustica.

Christian Fennesz dà con questi quattro lunghi cosiddetti remix il suo contributo alla ri-considerazione dell’opera di Mahler, certificandone in qualche modo la modernità: prende le sue sinfonie, le disseziona e crea, mescolandovi chitarre trattate, glitch e disturbi vari, qualcosa di irriconoscibile rispetto al materiale di partenza, di completamente nuovo rispetto all’originale, stravolgendo atmosfere e intenzioni del compositore boemo. Il disco è la registrazione dal vivo di una performance (a cui erano abbinate le immagini dell’artista visuale Lillevan) effettuata presso la Radiokulturhaus di Vienna nel 2011 e pubblicata solo adesso su vinile dalla Touch. È un Fennesz piuttosto lontano da Endless Summer e Venice, per citare i suoi due lavori più riusciti, come pure dal precedente Bécs: questo Mahler Remix è il suo disco più vaporoso di sempre. L’inizio è morbido e avvolgente, quasi a creare quella sensazione di tepore che la lana in copertina lascia presagire; presto farà il suo ingresso il glitch, in maniera decisa ma non invadente, assieme alla chitarra, sapientemente dosata per tutta la durata di questo doppio lp. Mahler aleggia spesso in maniera impalpabile ma suggestiva, a volte in modo più evidente come nel terzo remix, dove si avvertono più nitidi gli elementi orchestrali, o nel quarto, contraddistinto dalla presenza delle voci. Il secondo remix è una versione originaria del brano Liminality contenuto in Bécs, tuttavia differisce molto da quest’ultimo, che sembra girare tutto sul fraseggio chitarristico: nella versione qui contenuta la chitarra è presente in filigrana, quasi a non voler rubare la scena agli scampoli di sinfonia. È un Mahler quasi ipnagogico quello che viene fuori da questo lavoro: la potenza espressiva delle sinfonie del boemo viene diluita nell’ambient onirico ed aeriforme di questo gioiellino di rara eleganza. Da ascoltare davanti al caminetto acceso con un buon bicchiere di Armagnac tra le dita.