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FEED THEM DEATH, Negative

Negative è il nuovo disco di Feed Them Death, progetto in solitaria di Void (Rising Bear Flottilla, Brucia Records) attivo dal 2017 e già autore di due ep e due lp usciti per varie label tra cui la I, Voidhanger Records. Se, almeno sulla carta, il linguaggio prescelto è il grindcore, in realtà Feed Them Death si trova stretto a seguire un’unica forma espressiva e preferisce la contaminazione come cifra stilistica che non disdegna l’utilizzo di massicce dosi di sludge, noise, electronics e drone per arricchire il percorso e rendere quantomai cangiante e sfaccettato il suo paesaggio sonoro. Per di più, Void ha voluto al suo fianco due amici fidati come Davide dei LaColpa (già nostri ospiti a più riprese) e Derhead per portare a termine questo che appare il suo disco più ambizioso e complesso, a partire dalla scelta di prendere spunto per il concept dalle teorie di Theodor Adorno (parliamo della scuola di Francoforte) nel sottolineare le contraddizioni in termini presenti nel pensiero capitalista che promuove l’individuo in contrapposizione alla collettività nello stesso momento in cui ne distrugge l’essenza trasformandolo in consumatore e anello della catena del processo produttivo. L’idea base è che questa contraddizione si riverberi anche nella musica (lo stesso Adorno era un musicista e musicologo) così da schiacciare ogni forma di espressione libera e svincolata dalle logiche del mercato sotto la falsa chimera della libertà di espressione. L’ambizioso progetto di mettere in luce le teorie menzionate viene portato avanti attraverso un album che cambia pelle più e più volte lungo il suo percorso pur senza perdere una sua identità di fondo, un elemento che a sua volta permette di passare attraverso i vari cambi di prospettiva in modo non traumatico e senza brusche soluzioni di continuità. Non si tratta, come ovvio, di un disco facile né di semplice fruizione eppure riesce nel compito di spezzare la prevedibilità e di costringere l’ascoltatore ad interrogarsi sui suoi stessi limiti, ovverosia sulla sua stessa figura di consumatore finale, così da riallacciarsi al concept del tutto, proprio come avviene con l’artwork opera della fotografa australiana Sophie Gabrielle, che ha utilizzato un processo in cui i negativi sono stati lasciati macerare in acqua contaminata ed esposti all’opera corruttiva dei microbi. Noi vi avevamo già offerto un’anteprima: l’intero disco è ascoltabile e acquistabile sul Bandcamp della label, buon ascolto e buone riflessioni.