FATHER MURPHY, Lamentations
La trilogia della sofferenza, dopo Calvary e Croce, si chiude col breve Lamentations, edito in formato 10” da Backwards (My Cat Is An Alien, Fabio Orsi, Mike Cooper). I due continuano dunque ad andare per la loro strada, un’ossessione sostanziata in un paio di lunghi brani che almeno a me ricordano Harvey Keitel ne “Il Cattivo Tenente”, figura sofferente per antonomasia, e alla disperata ricerca di redenzione. “Mercy And Truth” parte piano e con percussioni sparute che aumentano la sensazione di perdita, ma ci pensa una tromba a dare un tocco di “colore” a questa livida marcia funebre. “Lamentations”, invece, pare più un salmo: la chitarra all’inizio è assente – Chiara Lee al sintetizzatore stende un tappeto sonoro sempre sofferto e meditabondo – ma torna di prepotenza nella coda acida, a conferma della naturale propensione del duo a riproporre un suono riconoscibile e certamente ostico. Va detto, però, che tutto il disco risulta meno monolitico rispetto a quello precedente. Sarà che il Reverendo e Chiara Lee si sono sentiti più sciolti e a loro agio, sarà che hanno trovato la quadratura del cerchio (vedi alla voce “apocaliptic-folk”, aggiornato ai nostri tempi), sarà magari stato determinante il lavoro certosino di Fabrizio Modonese Palumbo dietro al mixer (insieme a Paul Beauchamp nel loro O.F.F. Studio), ma il suono dei Father Murphy possiede ancor più profondità.