FÄRDO, Crève
Nati come duo e oggi allargati a terzetto, i francesi FÄRDO nella loro breve storia e in concomitanza con il debutto hanno già dovuto cambiare nome per un caso di omonimia, così quello che doveva essere anche il nome della band è rimasto come titolo del disco di cui andiamo oggi a parlare. Dieci brani che bruciano in un attimo, mai al di sopra del minuto di durata a parte l’eccezione rappresentata dalla conclusiva “Crève Tout Court” che supera di pochissimo la fatidica soglia. Come facilmente intuibile vista la durata delle composizioni, si parla di un mix letale tra fast-core, grind, power violence e in genere estremismi sonori con le radici ben salde nel millennio passato e una passione dichiarata per band come Spazz, Infest, Man Is The Bastard e Dropdead. I membri, del resto, non sono volti nuovi della scena diy e hardcore d’Oltralpe e dimostrano di conoscere più che bene la materia trattata, tanto da riuscire ad inserire pur nel pochissimo tempo concesso, variazioni e cambi di rotta utili a variare una proposta di per sé poco incline a compromessi e infiorettature varie. Il tutto funziona e viene reso più intrigante dalla scelta di utilizzare per i titoli dei giochi di parole intorno al termine Créve, un modus operandi che la band segue anche nei testi caustici e ricchi di ironia, così da evitare l’eccessiva seriosità o l’aggressività fine a sé stessa. Poco altro da aggiungere, visto che si tratta di un’uscita per appassionati che già avranno capito perfettamente di cosa stiamo parlando e che ben poco dirà a chi non apprezza simili sonorità. Del resto, questo è un fattore che ben conosce chi decide di abbracciare questo tipo di linguaggio e che, anzi, viene da definire come ingrediente funzionale alla riuscita e alla credibilità di un lavoro del genere.
Se non crepi nato morto, creperai vivo. Non è meglio.