Fabio Orsi, in questo momento, è uno dei nomi più rilevanti della nebulosa ambient/sperimentale italiana. Basso profilo, alta produttività e grande eclettismo, non solo perché non è fossilizzato sullo stesso stile e sulla stessa strumentazione, ma anche perché ha un approccio interdisciplinare. È con lui, infatti, che Silentes ha inaugurato quest’anno un’iniziativa (direi oggettivamente) splendida: le serie “13” sono parte di un nuovo territorio che l’etichetta intende esplorare, quello dove s’incrociano musica e fotografia, l’altra passione del fondatore Stefano Gentile. Memory Of A Safe Place va messo in relazione con la controparte visiva di La Foresta Non Fa Paura, tredici (appunto) scatti di Fabio coi quali si cattura un luogo che nella fiaba, invece, ha sempre simboleggiato lo spaventevole e l’irrazionale, ciò che va affrontato per diventare adulti. Orsi – se il titolo non allude ad altro – lo collega al pensiero di un posto sicuro, il che potrebbe significare che si ritiene cresciuto e che ha esorcizzato le sue paure o magari che non considera la foresta come un negativo assoluto, piuttosto come un luogo altro che permette di liberare l’immaginazione artistica. Il dubbio rimane, data l’ambiguità dei due lati di questo vinile, che ospitano due brani drone-ambient (tolta una sezione dove s’aggiunge un loop di stampo percussivo) in crescendo, a tratti sfocati come un ricordo e in generale oscillanti tra serenità e inquietudine. Il disco fa spesso pensare alla tristezza di fondo che si trovava in Desiderii Marginis e Raison D’Être, ma non solo. Quindi non bisogna dare retta a chi dice frettolosamente che Orsi ha da poco riscoperto il kraut, perché è vero solo in parte.

Edizione limitata, vinile bianco, libriccino in formato A4 con le foto. Insomma: un inno allo slow listening.

Un’esperienza sonora, visiva e tattile: in questo caso, più che la musica è l’insieme delle parti a essere vincente.

Tracklist

A. Memory Of A Safe Place (Part 1)
B. Memory Of A Safe Place (Part 2)