EZIO PIERMATTEI, Turismo Dentale
Il musicista pescarese torna questa volta col solo nome di battesimo, ma la proposta ‒ nonostante i vari cambi di intestazione del passato, Poisucevamachenille, Hum Of Gnats, Autopugno ‒ in sostanza cambia poco (per la cronaca, questo Turismo Dentale è uscito, piuttosto in sordina, lo scorso aprile). Stiamo parlando dunque di un metodo tutto suo, quello che vede l’uso continuo delle fonti sonore più disparate, rimesse insieme a partire da un selvaggio e coscienzioso cut-up. In sostanza si ricorre a una sorta di programmatico “campionamento” come forma di composizione “altra” e straniante. La seconda “Untitled”, per esempio, va giù di parossismi linguistici e frammenti di rumore, permangono infatti reminiscenze bruitiste (se siete patiti di questo complesso campo d’azione dovreste conoscere anche uno come il russo Gultskra Artikler) e del sempreverde Tazartès, ma è tutto il disco a esprimere estro (e disagio) come se piovesse. La deriva industrial & noise della quarta traccia è come una simbolica botta in testa, mentre la voce radiofonica della terza fa da stranita linea melodica che si interseca tra i rumori d’ambiente e i feedback. A conti fatti mezz’ora scarsa dove avviene un po’ di tutto, che probabilmente serve al nostro per esorcizzare quello che sembra un malessere di fondo mai del tutto acquietato. Un plauso alla britannica Chocolate Monk di Dylan Nyoukis (Harry Pussy e Dan Melchior nel suo nutrito catalogo) per aver avuto il coraggio di pubblicare questo cd-r parecchio “storto” e dal titolo provocatorio.