EYEHATEGOD, Brian Patton
Terza ed ultima intervista della saga Eyehategod! Dopo Mike e Gary è il turno di uno dei due fabbrica-riff della band, il chitarrista Brian Patton. Ci siamo rincorsi un po’ perché Brian ha avuto da fare del lavoro straordinario. Le chitarre costano e neanche in casa Eyehategod i dollari piovono dal cielo, tutt’altro… Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, nella sera di lunedì 24 Settembre 2012.
Ancora grazie a questi musicisti per la disponibilità e grazie anche a Jennifer Reisberg dell’etichetta A389, che ha in uscita il nuovo singolo “New Orleans Is The New Vietnam”.
Ecco qui Brian Patton, che, oltre ad adorare blues, jazz e Butthole Surfers, stravede anche per la pizza (anche se non l’ho riportato…).
Ciao Brian!
Brian Patton: Ciao, ce l’abbiamo fatta!
Sì! E allora cominciamo con questo fatto, ossia che durante questi giorni mi sono resa conto che anche voi gente di Eyehategod dovete lavorare per sopravvivere! Nella mia ingenuità pensavo che almeno voi foste in grado di vivere della vostra musica, cosa che è praticamente il sogno segreto, e neanche tanto segreto, di moltissime band emergenti… Perciò immagino che andare in tournée non sia proprio facile per voi, visto che, oltre alla famiglia, dovete gestire anche il lavoro.
Non siamo mai stati in grado di vivere completamente della nostra musica. Ci siamo pagati sempre i tour quando abbiamo iniziato, e ora andiamo meglio, ma comunque non è sufficiente per vivere. Ho ancora necessità di lavorare quando non sono in torunée. Non facciamo quello che facciamo per soldi, in ogni caso, sennò ci avremmo già rinunciato un bel po’ di tempo fa. A noi piace un sacco suonare, e questo è ciò che sappiamo. Alcuni di noi hanno lavori in cui la gente è abbastanza comprensiva riguardo alla nostra attività.
Certo, ha senso. E riguardo alle tournée, come è andato il vostro ultimo viaggio lungo l’Europa? Contenti? Come vi sono sembrate le reazioni al nuovo brano? Intendo le reazioni dei fan…
Le reazioni al nuovo brano sono state ottime. Credo proprio che i nostri fan di vecchia scuola siano più che pronti per la roba nuova che deve uscire, e ci stiamo quasi arrivando. Il tour in Europa è stato mostruoso, ci piace molto venire lì, cerchiamo di farlo ogni anno e torneremo anche il prossimo con il nuovo album pronto, perciò siamo davvero entusiasti.
Sì, i vostri fan stanno aspettando il nuovo album come ossigeno! Anche se è bestiale come voi riusciate a trascinare masse di gente ai vostri concerti pur senza un album nuovo. Mi ricordo recentemente a Milano, quando avete suonato insieme ai Church Of Misery… niente album, ma una marea di gente era lì per voi, in adorazione in maniera selvaggia…
Ancora stento a credere che capiti una cosa del genere! Siamo davvero contenti ed apprezziamo molto i nostri fans. Abbiamo visto un sacco di facce nuove ed è comunque passato un bel po’, prima degli ultimi due anni, da quando siamo stati in Europa. Perciò siamo proprio contenti di suonare finalmente per la gente d’Oltreoceano e che la cosa piaccia.
E presto Australia… la gente là vi sta aspettando! Ho letto certi commenti sui forum…
Sì sì! Non vediamo l’ora di suonare là. Sarà la prima volta per la nostra band e speriamo sia spettacolare! Li distruggeremo coi nostri suoni!
Poco ma sicuro! Le farmacie laggiù dovranno vendere ben più tappi per le orecchie… Con Mike e Gary abbiamo scambiato un po’ di opinioni riguardo al nuovo album, anche se ovviamente io ho ascoltato solo l’unica traccia, “New Orleans Is The New Vietnam”, che esce ora come singolo per A389. La mia impressione è che il vostro sound si sia spostato ancor di più verso il blues. Il brano è molto pieno di passione, ma sempre carico di energia, com’è il vostro stile, con ancora più pathos e perfino un pochino di tristezza rispetto a rabbia o pessimismo nero come in alcune delle vostre canzoni. Allora, è un po’ cambiata la musica di Eyehategod durante questi anni e dopo tutto quello che alcuni di voi hanno passato?
I nuovi brani sono basati sia su roba che abbiamo rimuginato per anni sia su roba fresca fresca. Ci abbiamo messo un bell’impegno nello scrivere il nuovo album, e speriamo in bene. Ma sarà un album nel pieno, autentico spirito Eyehategod e conterrà un po’ di suoni rallentati, un po’ di blues, un po’ di punk. Facciamo quello che abbiamo sempre fatto. In un certo modo ci siamo un po’ evoluti, come c’è d’aspettarsi da una qualunque band, ma la roba nuova ci piace molto e speriamo che anche alla gente fuori piaccia. Per ora va tutto bene. Stiamo solo cercando di ottenere e trasferire all’album una vibrazione e un’energia live, e stiamo scrivendo brani adatti per questo sempre che siano registrati nella maniera giusta.
Chi si sta curando o si occuperà della registrazione, produzione e masterizzazione? Avete uno studio esterno preferenziale o vi occuperete voi di questo lavoro tecnico? Beh, non ti chiedo della questione delle case discografiche perché so già quanto sia pessimista Mike…
La questione della casa discografica è quella che è, ci stiamo lavorando. Nel mondo della musica, come sempre, la parte del business fa schifo nella maggioranza dei casi. Non ci piace neanche un po’. La chiuderei così. Abbiamo avuto sotto mano diverse opzioni, ma penso che abbiamo capito a che punto siamo e chi produrrà l’album. Faremo un annuncio quando ci sarà la conferma, perché adesso è un po’ prematuro. Però nelle prossime due settimane dovremmo sapere qualcosa.
Eh, ci credo, non è poi così infrequente sentire le band emergenti che vengono presto deluse o si prendono mazzate da quel lato della cosa …
Siamo in giro da un bel po’ e adesso sappiamo muoverci meglio rispetto al passato, perché conosciamo di più il business. Non oso immaginare cosa devono fare adesso le band giovani che cercano di emergere…
Ma riguardo alle parti tecniche della registrazione e della masterizzazione, a voi piace seguire anche quell’aspetto della realizzazione di un album oppure vi fidate dell’expertise degli ingegneri del suono coi quali interagite?
No, noi ci siamo dentro al 100%. A me piace esser presente ad ogni step, se posso. Non sono dell’idea di lasciare che qualcuno prenda iniziative su roba su cui abbiamo lavorato così a lungo e duramente. Per questo motivo stiamo interagendo con gente che sa bene che cosa facciamo.
Ottimo! Eyehategod garantito al 100%…
Assolutamente.
Sei negli Eyehategod da tanti anni, i database dicono dal 1993, sebbene dagli stessi risulti che sei entrato nella band in occasione dell’unica variazione che ha coinvolto la posizione della chitarra. Immagino che la scena underground di New Orleans fosse magmatica in quegli anni per chi suonava pesante. Come sei stato coinvolto nel gruppo?
La scena di New Orleans allora era, e veramente lo è anche adesso, una grande famiglia. Io e Jimmy [Bower] ci trovavamo bene fra noi ed avevamo affinità come musicisti. Semplicemente ci piaceva suonare insieme. Lui ed io stavamo già suonando in un altro progetto, perciò quando me lo chiesero, io ero pronto a unirmi. Ho fatto delle jam con loro una volta e poi siamo andati tutti in tour coi White Zombie. Io e Jim siamo come le due fette di pane in un sandwich, conteniamo la “ciccia”, ci divertiamo.
Eh, ieri, parlando con un amico della scena di New Orleans di quei tempi, abbiamo ricordato quelle altre band che facevano lo sludge paludoso negli anni ‘90, come Tungsten o Stressball, e ovviamente Acid Bath. A parte Acid Bath e la tragica fine di Audie Pitre, gli altri hanno avuto più sfortuna rispetto a Eyehategod. Come avete fatto a sopravvivere? È stato perché avete sempre avuto legami quasi famigliari? La vostra formazione è stata molto stabile in oltre vent’anni… Oppure è stata solo fortuna? A parte il fatto che ovviamente eravate i migliori eh!
Semplicemente abbiamo avuto i nostri alti e bassi come, sono sicuro, qualunque band ha, e ne abbiamo passate di tutti i colori assieme, avvicinandoci come e più che in una famiglia. Io farei qualunque cosa per gli altri miei compagni. Ci sentiamo bene quando suoniamo assieme, e questo è quello che conta. Ognuno di noi ha fatto cazzate, ma ci siamo ogni volta tenuti su a vicenda e abbiamo continuato. L’unica cosa che ci ammazzerà è la morte!
Hey, è più saldo di un matrimonio! Forte… Sì, in effetti quella è l’impressione che date voi, una confraternita più che una band di tipi che suonano assieme per hobby… Lo stesso amico di prima mi ha chiesto di chiederti il nome o i nomi dei tuoi chitarristi blues favoriti o di riferimento, e perché. È noto il tuo amore per il blues, a parte gli altri generi che si colgono nella musica di Eyehategod. Mi piace il blues, però non conosco moltissimi nomi di chitarristi. Perciò il mio amico e gli amanti di questa musica comprenderanno ed apprezzeranno senz’altro la tua risposta… Ti chiedo anche cosa ti piace nel mondo metal/hardcore punk, e se trovi interesse o ti piace la scena attuale oppure se sei più affascinato dalla “vecchia scuola”…
Devo dire che non sono un fan di molte band attuali, ce ne sono alcune che si distinguono, ma niente che mi prenda in modo eccessivo. Ho avuto una fissa per i DEVO e anche per Zappa. Riguardo al blues, Charlie Patton e Sonhouse, Lightning, Howling Wolf… bestia, mi piace tutto. Sono anche un gran fanatico di jazz. Jimmy Smith, Coltrane, Coleman… potrei continuare per un bel po’. Jimmy Smith è stato il primo che ha introdotto l’organo Hammond nel jazz. E ascolto anche tanto soul! Anche tipi come Curtis Mayfield, Joe Tex. E molto rhythm & blues.
Riguardo alla musica pesante, più o meno la roba con cui son cresciuto: Carnivore, Venom, Bathory, Black Flag, DRI, Misfits, Bad Brains, Butthole Surfers tantissimo, Kreator, Celtic Frost. Proprio quella roba che mi ha preso un sacco quando ero ragazzo.
Sì, lunga vita alla “vecchia scuola”! Quando hai iniziato a suonare da bambino e quando hai cominciato attivamente con la musica pesante? Sei partito anche tu dall’hardcore punk oppure eri in altri tipi di band?
La prima band rock è stata quella dei Kiss quando avevo quattro anni. Due anni dopo ho iniziato a suonare clarinetto, poi il piano e alla fine sono passato alla chitarra perché me la sentivo meglio.
Oh, polistrumentista e con strumenti così diversi… questo sì che si chiama essere dediti alla musica! Ora vorrei chiederti qualcosa riguardo ai Soilent Green. Molte band hanno o fanno finta di avere una specie di aura maledetta forse per esser più attraenti. Eyehategod e, persino di più, Soilent Green non hanno bisogno di fingere niente, a causa degli eventi che li hanno coinvolti in vari periodi. Devo dire che sono rimasta impressionata nel vedere uscire un album da voi di Soilent Green poco dopo quella serie di tragedie che vi hanno colpito, e un album con quel vostro stile vincente, selvaggio e pieno di groove. Immaginavo che avreste cambiato qualcosa. Ma questo “andare avanti come prima” era un modo per tenere vivo quello che piaceva fare con i vostri compagni scomparsi? Oppure è stato il modo più ovvio di scaricare il dolore e lo stress?
Devi capire che durante quei periodi duri, e sono spesso stati molto duri senza dubbio, la musica è stata una delle cose che ci ha tenuto con i piedi per terra. Diciamo un’altra gobba della strada, e quella strada è stata spesso bella tosta. Ma sinceramente finché potrò suonare suonerò. E penso che tutti gli altri sia in Soilent Green sia in Eyehategod la pensino nella stessa maniera. È veramente quello che io so che mi piace fare. Abbiamo tutti dei lavori di merda ma la musica, anche se può sembrare stupido, la musica è la nostra vita, e non so cosa farei senza il benessere che mi dà il suonare. E l’evoluzione di Eyehategod e di Soilent Green è solo naturale. Non ci pensiamo, suoniamo solo quello che sentiamo dentro.
State pianificando o lavorando su qualcosa di nuovo adesso con i Soilent Green?
Stiamo pianificando il nostro primo show in oltre due anni per la fine del 2012, in modo da ricominciare. Ho un bel po’ di roba pronta ma è stato difficile con Tommy nei Crowbar, Ben nei Goatwhore e me in Eyehategod. Inoltre ora abito a Baltimora, che non è per niente vicina a New Orleans! Perciò siamo tutti entusiasti dell’idea di farlo e ci dedicheremo alla cosa appena possiamo. Mi piacerebbe anche fare un ep per l’inizio del nuovo anno, per far sapere alla gente che non siamo andati da nessuna parte, che siamo ancora qui.
Oh, un’altra bella notizia … Sì, posso immaginare le difficoltà con le distanze, nel vostro paese le distanze tra i luoghi sono così grosse… Soilent Green e Eyehategod condividono un’impronta geografica (ah, New Orleans, unica!) e radici musicali, e parecchie fonti d’ispirazione nonostante una certa diversità di stile. In particolare la musica in Soilent Green è più ricca di riff tecnici. Come chitarrista in entrambe le band, dove trovi più soddisfazione a scriver musica?
Devo dire che non c’è una che mi piaccia più dell’altra. C’è una certa soddisfazione a costruire del groove che gira bene ed è completo. E poi c’è la sfida allo scrivere e a stirare le mie dita. Ci si diverte con entrambi. In fondo mi piace suonare ed amo tutti gli aspetti della musica, e quindi il tempo e la tecnica non influenzano molto.
Ed oltre a musicisti ed esperienze di vita, ci sono altre fonti di ispirazione meno ovvie per la tua musica? Tipo alcuni libri o scrittori particolari, arte…
Mi piace molto leggere appena posso. Attualmente sto leggendo un libro di Patton Oswald, un genio della commedia. Certo ci sono degli autori ovvi, come Bukowski, Burroughs, Hunter S. Thompson… Riguardo all’arte, mi piacciono John Muth, Kent Williams, John Van Fleet.
Scelte interessanti…Vorrei chiederti un’ultima cosa prima di chiudere, cioè: che mi dici della tua barba?
La mia barba è pelosa.
Ma normale?
Sta arrivando ad un stadio in cui riesco a mantenerla. Sono pigro, ma a mia moglie sembra piacere e non vuole che io mi rada. Questo va d’accordo con la mia pigrizia, perciò me la terrò finché non mi darà fastidio. E a quel punto prenderò un rasoio …
… “metallo barbuto”… Grazie di tutto, Brian. È stato un privilegio poter interagire con voi ragazzi!
Grazie, il piacere è tutto nostro. Spero che vada tutto bene e grazie ancora.