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EXPOSE, ETC

Ventinove minuti: non arriva alla mezz’ora quello che, con molta probabilità, è il disco di ambito rock più eccitante uscito nel primo scorcio di questo pauroso 2025.

ETC è il primo lavoro ufficiale degli Expose, band di Los Angeles formata da Jeff Stephen, Trent Rivas e dai fratelli Riley e Jake Getz: l’album arriva dopo una manciata di uscite carbonare, l’ultima delle quali, l’eponima cassettina E, aveva visto a luce ben cinque anni fa. Un lustro di pandemie, guerre e sconvolgimenti globali che hanno lasciato il segno nella proposta dei quattro losangelini, nel frattempo approdati presso l’italiana Quindi Records (base a Firenze, ma indole assolutamente internazionalista).

Un sassofono squarcia il silenzio e poi via con distorsioni e riverberi: ETC si apre così, con la band, già in precedenza accostabile a sonorità e circoli hardcore, col piede ben piantato sul pedale dell’acceleratore. Ma limitarsi a incasellare gli Expose in un genere è impresa ardua, se non proprio insensata: “The Constant”, il primo dei pochi brani lunghi (se così si possono definire le cinque tracce che superano i tre minuti), è una ballatona noise disincantata e distratta, mentre “Description” procede implacabilmente motorizzata e “Reverse 3” inventa una sorta di imprevedibile stoner-rock antigravitazionale prima di riprendere lo stesso sax dell’iniziale “Dutch Field”.

Più che riferimenti sonici, rimandi ad altri progetti e artisti, la vera fonte d’ispirazione per la band californiana sembra essere il presente distopico in cui viviamo: giorni in cui un’innocente padre di famiglia può essere spedito “in una delle prigioni più pericolose dell’emisfero occidentale”.

In un mondo così pieno di crudeltà e così privo di senso, anche la propria immagine, riflessa allo specchio, finisce per trasmettere un “Self Terror” caotico e ossessivo, che si chiude inevitabilmente con una cacofonia di urla ed effetti.