EXECRATION, Morbid Dimensions
Il quartetto norvegese è attivo da più di dieci anni e giunge finalmente al terzo album in studio, decidendo di portare altre novità nella sua proposta: vecchia e nuova scuola si sposano perfettamente, creando un’interessante mistura che rimanda ai Darkthrone del debutto e agli Autopsy, ma circondata da un’intensa aura progressive. Le carte vincenti di Morbid Dimensions sono sicuramente i cambi di tempo repentini che caratterizzano ulteriormente le composizioni, una scelta stilistica che tiene lontani gli Execration dalle band che fan parte di questo enorme calderone revival, da cui ad esempio sta attingendo a piene mani la Dark Descent Records (Lvcifyre ed Emptiness su tutti). L’album si mostra raffinato e rozzo allo stesso tempo: tante le parentesi psichedeliche, gli stacchi precisi, i rimandi al doom più classico, che più di una volta vanno in netto contrasto con momenti di pura follia. Difficile ascoltarli con l’intento di riuscire a prevedere cosa possa accadere.