ETERNAL ZIO, 20/11/2013
Bologna, Bar Modo Infoshop.
Concerto azzardato quello che gli Eternal Zio mettono in piedi al Bar Modo Infoshop: l’alcolicamente ben fornito corridoio di Via Mascarella non è certo il luogo più adatto a sciamanesimi e occultismo, a meno che uno non beva parecchio. Che la magia sprigionata dai riti musicali di stasera riesca in qualche modo a immergerci nel nostro inconscio? Mano alle bacchette! E ce ne saranno ben quattro – di bacchette – a inchiodare il tempo che le nostre teste seguiranno. Altri strumenti sono violino, chitarre, fiati, voci e molte di quelle scatolette stregate per modificare il suono. L’incantesimo viene lanciato alle otto e mezzo di sera, orario perfetto per una birra. Prendiamo la nostra pozione. Gli Eternal Zio cominciano in tre, fanno sprofondare il palco in un drone capitanato dal violino, che tiene il timbro alto, mentre i rintocchi dei tamburi segnano stacchi tribali che incoraggiano il movimento. Quando il quarto membro decide di prendere posto all’interno del gruppo il volume cresce, ma sempre all’interno di un’idea folk psichedelica a tratti pensata da geni quali i Caroliner, mossa però verso un’indecisione rock che rievoca sonorità più orientali degne di Ghost e Acid Mothers Temple nella loro concezione meno pesante, senza mai, purtroppo, esplodere nel climax segnato da rullante e piatti. Resomi conto di questo dato di fatto, rimango nel limbo sonoro, anche se il mio corpo chiede il big bang. Si sente un’evoluzione collettiva della musica derivata dai progetti solisti dei vari componenti. Mi faccio trasportare dalle lunghe canzoni sorvolate dai lamenti vocali e – mentre le chitarre prendono posto per unirsi ai toni forestali dei tamburi – si genera un’atmosfera spirituale difficile da rendere in un locale più simile a un bar che a una venue. La scarsa presenza di persone all’interno aiuta i più interessati a rimanere intonati con il rito, che – diviso in due parti – termina silenzioso col progressivo calare degli strumenti.
Grazie a Luca Ghedini per le foto.