Eric Littmann: Nylon Zylon e altre storie
È appena uscita postuma una raccolta (un pugno di struggenti, bellissime canzoni) di Steve Sobs, alias di Eric Littmann, nato a Chicago nel 1989, cresciuto a New York, dove si era laureato in Bioinformatica, ma dove aveva anche coltivato l’amore per la musica e per un songwriting intimo e profondo, debitore della più illustre scuola locale, quella per intenderci Bill Morrissey, Paul Simon o – per andare più indietro nel tempo – Laura Nyro. Eric era però decisamente un East Coaster dentro il suo tempo, quindi vengono in mente i contemporanei Mark Eitzel, Red House Painters/Mark Kozelek.
Queste sono le premesse per accomodarci con uno stato d’animo straordinariamente malinconico, ma non triste, ad ascoltare le storie, le esperienze di un uomo dalla vita troppo breve (trentaduenne, ci ha lasciato nel giugno 2021), accompagnate da una chitarra acustica con corde “Nylon Zylon”, quelle che danno il titolo all’album: ecco i racconti di “To Find My Role”, “Drinking With The Moon”, “Your Hands” e di quando ha fatto “Ghosting”, senza dimenticare quei tre brani-gioielli che sono “Beginning Again”, “Never Meant To Get Caught , “Colorize”.
Gli arrangiamenti di una sezione fiati, il trombone di Israel Cale e la voce di Emily Yacina in “Relible hights & Reliable Low” arricchiscono i nove pezzi di un disco maturo e coeso, da cui si può e si deve partire alla scoperta delle altre incarnazioni di Eric Littmann, prima fra tutte il Phantom Posse Collective, che per mezzo di Forever Underground (2020) resuscita con un disco ammaliante la psichedelia dolce, nostalgica, hauntologica di gruppi come High Lamas (Sean O’Hagan), Ultra Vivid Scene e del Jim O’Rourke “gentile”. Se mai gli capitasse di ascoltarli, Brian Wilson approverebbe, ma dubito: il buon Eric era troppo defilato.
La musica prodotta con il moniker Eric Reuss è un’altra faccia del genio del giovane Littmann: in Sleep On The Way Down, uscito nel 2021, tra le altre cose propone una sorprendente quanto fantasmatica versione de… “L’Appuntamento” (Roberto Carlos) di Ornella Vanoni, che ben riconoscibile – pur se intitolata “friend 2fan” – fa capolino fra un programming drone e una batteria incantata. Poi, brano dopo brano, quando arriva “Beautiful” l’epifania della voce di Emily Yacina incanta davvero e definitivamente, così che ci re-innamoriamo di questo modus musicale così lontano dalle mode e dal contemporaneo, che diventa a questo punto della Storia un vero e proprio bene-rifugio dove perderci. Lo strumentale “Chase Yr Ideas” chiudeva quell’emozionante album… ci proviamo, Eric, ci proviamo.
P.S.: Phanton Power è il primo progetto di Eric Littmann, che già nel 2011 usciva con il titolo Forever Underground: una vera e propria dichiarazione d’intenti fino alla fine.