ENSEMBLE PEARL, Ensemble Pearl
Prima di annoiarvi a morte coi fatti, preciso che siamo di fronte a un disco formalmente perfetto, ma non per questo il migliore che possiate sentire.
I protagonisti della storia sono Stephen O’Malley (chitarra, Sunn, KTL, Khanate…), Atsuo (batteria, Boris), Bill Herzog (basso, The Sweet Hereafter) e Michio Kurihara (chitarra, Ghost). I primi tre si erano già trovati insieme all’altare, con la mostruosa collaborazione tra Sunn O))) e Boris, mentre Kurihara ha suonato solo con Atsuo (ad esempio in Smile dei Boris, datato 2008). In determinati frangenti, si aggiungono alla squadra altri due nomi noti: Eyvind Kang (si è occupato di alcune parti di viola?) e Timba Harris dei Secret Chiefs 3, del quale c’è chiaramente una parte di violino.
A chi non avesse già mollato dopo la solita lista della spesa, scrivo che si tratta in sintesi di un élite sperimentale/estrema composta da gente che si conosce molto bene (si potrebbe proseguire all’infinito: a mixare c’era la sicurezza Randal Dunn, i primi passi il gruppo li ha mossi componendo per un lavoro di Gisèle Vienne, cioè la regista teatrale che ha fatto nascere i KTL…). A chiudere il cerchio arriva la musica, che è molto debitrice nei confronti di Hex degli Earth, al quale ruba le chitarre, portandole in una dimensione meno western e ricontestualizzandole con l’aiuto degli effettivi e degli ospiti (i pezzi con gli archi sono molto suggestivi). Ensemble Pearl è raffinata rarefazione, avanguardia novecentesca riletta (riverberata?) con gli strumenti del rock, o forse è una immaginaria versione pacificata dei Khanate,una volta ucciso Dubin. Il difetto qui è che, nonostante ci sia gente nota per la fisicità della propria musica, nulla arriva allo stomaco.
Tracklist
01. Ghost Parade
02. Painting On A Corpse
03. Wray
04. Island Epiphany
05. Giant
06. Sexy Angle