ENOMISOSSAB + FABRIZIO NANIZ BARALE, O’Er The Land Of The Freaks
Liberi tutti, allora”
Simone Basso dichiara che O’Er Land… è un gioco di specchi che, partendo da un lavoro sul testo (significato e significante), adopera la ricerca vocale per illustrare (…) il contemporaneo. Che è clamoroso e (d)evolutivo, nel senso biologico e huxleiano del termine. Basso, dopo il precedente KykeΩon, torna assieme a un fidato sparring-partner, il piemontese Fabrizio Naniz Barale, che si occupa di registrare e produrre, oltre a suonare svariati strumenti in questo O’Er The Land Of The Freaks. Già nel lavoro precedente, sempre con l’aiuto di Barale, Simone aveva osato, riuscendo a innestare nel proprio sound una sorta di pop sperimentale à la Scott Walker, che qui si avverte nella traccia – che sa di panico imminente – “Patrick Says”, anche se il contesto vocale è sempre piuttosto estremo e livido. Il discorso continua imperterrito anche se pare farsi meno ostico, stranamente, all’apparenza più libero e, addirittura, ancora più pop del previsto in “Dio Sta In Una Moneta”. Si gioca poi con le metalliche (e politiche) tinte funk in odore di Talking Heads (in “Yes Logo”) e con le pennellate bowiane di “God Bless Amerika”. Questo è un disco a suo modo peculiare e complesso – non potrebbe essere altrimenti dato il percorso artistico dell’ex Der Tod – ispirato da “American Psycho” di Bret Easton Ellis e dal celebre libro “No Logo” di Naomi Klein: di certo darà tante soddisfazioni a chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di musiche profondamente “libere”. Quei fortunati che invece conoscono già il lavoro di Simone Basso sapranno bene che c’è da aspettarsi di tutto.