ENEMY REIGN, Between Hell And Oblivion
Gli Enemy Reign (Denver) giungono soltanto ora alla pubblicazione di quest’album molto atteso, il primo nonostante il panorama estremo li veda attivi sin dal 2008 con l’ep Means To A Dead End.
Between Hell And Oblivion è un disco ben suonato e ottimamente prodotto, forse un poco carente di personalità e originalità, a fronte, invece, di un tasso tecnico complessivo tutto tranne che trascurabile. La band crea un muro di suono, ma mantiene dinamismo grazie a continue accelerazioni di brutal blastbeats e attraverso un lavoro sulle chitarre convincente nel fabbricare riff essenziali ma funzionali. I momenti di tregua sono rari in un album votato al death metal più intransigente e reso ancor più aggressivo da continue iniezioni di rabbia hardcore, ravvisabili nella riuscita alternanza vocale di growling e screaming. Gli Enemy Reign, del resto, pagano dazio quanto a ispirazione alle band maggiormente in voga sulla scena death anni ’90, Dismember e Morbid Angel su tutte. Inoltre, richiamano i Napalm Death per l’attitudine grind e sono cruenti come i Black Dahlia Murder o i Job For A Cowboy più ferali.
Difficile dire quali siano le canzoni migliori (forse, per riuscita esecutiva, “The Heretics Will”e “Forged From Suffering”): il tutto, infatti, sembra plasmato in modo da apparire omogeneo e compatto, proprio al fine di creare un’atmosfera di inarrestabile e annichilente potenza.
Non ci troviamo di fronte a qualcosa d’imprescindibile, ma quest’album è senz’altro da consigliare a coloro che desiderano trascorrere tre quarti d’ora all’insegna della violenza sonica.