ELM, The Wait
Cuneo, città rumorosa per eccellenza, il Texas e la “Bible Belt”, la profonda provincia italiana e il romanzo noir americano, la patina di perfetta normalità e le sordide storie che si nascondono dietro i sorrisi, soprattutto quella sensazione di attesa per un evento che scuota l’ambiente e provochi un cambiamento, senza sapere se esso sarà in meglio o in peggio, quella tensione che carica l’aria di elettricità statica e rende inquieti uomini e animali senza una spiegazione apparente. Undici storie slegate eppure accomunate da un filo comune, con più di un richiamo alla letteratura tra William Faulkner e John O’Brien (cui si ispirano apertamente un paio di brani) ma anche l’hard boiled e il pulp di cui la band sembra ghiotta. Io continuo a vederci la prima stagione di True Detective e un Ellroy strappato da L.A. e gettato lungo qualche interstatale con le stazioni di rifornimento come unico punto di riferimento, non a caso uno dei brani migliori del lotto (di sicuro il mio tormentone per l’estate) è “Violence Is Golden”, storia ambientata appunto in una gas station tra arresti andati storti, tossici con le allucinazioni e radio gracchianti. Il brano ha un che di magnetico e quasi spensierato nel suo andamento sghembo e pulsante, il cantato ha una nota da crooner, quasi un affabulatore, e a un certo punto parte quello che suona come un ritornello deviato, inutile dirlo, irresistibile, c’è persino una voce sussurrata da maniaco. Tutto perfetto per fare da colonna sonora ad una fuga lungo una highway persa nel nulla e filmata da Rob Zombie, con la polizia che ha preparato un posto di blocco alla fine del rettilineo. Questo è il noise che piace a noi, con la giusta botta di energia e la capacità di entrare in testa al primo ascolto. Il resto di The Wait non è da meno, c’è persino un’abbondante spruzzata di Delta-blues a donare sapore al cocktail preparato dagli Elm, da servire gelato mentre si guarda una distesa piatta da cui evapora ogni umidità a creare il tipico effetto tremolante nel paesaggio, che sia Cuneo o il Sud degli States poco conta. La Bronson Recordings ci ha visto giusto, di gruppi così non se ne trovano tutti i giorni. Se il noise-rock rientra nella vostra dieta, sinceramente non trovo un motivo valido per cui non dovreste aggiungerli al menu dei giorni di festa.