ELM, Dog
Non ci si stancherà ma di ripetere come Cuneo sia culla naturale di sonorità rumorose, abbiamo infatti già sottolineato in varie occasioni la predisposizione del luogo e gli Elm non fanno che confermare la nostra teoria in modo tanto stentoreo quanto convincente. Il loro noise-rock trae spinto dalle radici Nineties del linguaggio e le tuffa nell’ossessione per il Texas e la Bible Belt con tutto il corollario di ipocrisia, moralismo, sesso colpevole e violenza che questa si porta dietro. Tra riff e bordate di basso, la band riesce a prendere in ostaggio l’ascoltatore sin dalle prime note e lo trascina dentro un incubo che sa tanto di “True Detective” (prima stagione, ovvio) e di sette ultra-cristiane, trailer park e predicatori radicali, reginette del ballo e sordidi segreti di provincia. La stessa idea di registrare live nella propria tana (leggi sala prove) senza apporti esterni o manipolazioni in studio, contribuisce a mantenere alta la crudezza e l’aggressività del tutto, quasi si trattasse di sbirciare dal buco della serratura il covo di un serial killer o il tempio di qualche congrega di pazzoidi intenti a celebrare il proprio culto tra isolazionismo e asocialità stile Wako. Quanto detto non faccia però pensare a un disco tirato via o grezzo, perché gli Elm abbattono i muri con una precisione e una conoscenza dei propri mezzi che impressiona per lucidità, menano forte ma lo fanno con la consapevolezza di chi conosce i colpi di un’arte marziale che segue regole ben precise, ma che sa eseguire con naturalezza e fluidità. In breve Dog è una rivelazione che conferma come la Bronson Recordings sappia scegliere con cura i destinatari delle sue attenzioni, un disco che non sfigura di fronte ad una tradizione tanto ingombrante quanto attestata su livelli di eccellenza come quella della Cuneo Noise, per cui non possiamo che aderire al culto e attendere di vedere gli Elm in azione dal vivo. Caldamente consigliati.