ELLEN ARKBRO & JOHAN GRADEN, I Get Along Without You Very Well
C’è un vecchio ep degli Ulver che s’intitola Silence Teaches You How To Sing: loro avevano una delle voci migliori del circuito, ma per un periodo scelsero di tacere. Anche Ellen Arkbro ha una bella voce, ma i suoi due album “drone” per Subtext, For Organ And Brass e Chords, ne erano privi. Qui fa coppia con Johan Graden, che suonava l’organo su For Organ And Brass, un disco che nel mio giro di aficionados delle musiche noiose (quit having fun, diceva qualcuno) è molto apprezzato. Lei ora sembra cantare solo quando è inevitabile, perché è come se la sua esperienza passata le avesse insegnato una meravigliosa essenzialità. Anche la musica sembra assecondare il passato minimalista di Arkbro: ogni nota è lì perché dev’esserci, soprattutto poi può respirare profondamente, senza l’ansia di questi tempi stupidi. La fragilità di questo sound è preziosa e chiede rispetto.
Non servono comunque paragoni azzardati. Il titolo di quest’album appena uscito per Thrill Jockey pare semplicemente un riferimento a Chet Baker, perché alla fin fine è un lavoro che al jazz deve più di qualcosa, magari soprattutto a quello intimo e raccolto dello scapestrato trombettista e cantante statunitense. Durante l’ascolto, infatti, incontriamo una varietà non indifferente di strumenti, tra fiati, basso, batteria, synth, piano, ma i musicisti che i due hanno scelto per realizzare le loro idee sono compagni di strada discreti ed educati. Arkbro, dal canto suo, è malinconica e riesce a non cadere mai nella trappola del melenso.
Vorrei tanto, ma davvero tanto che li avesse conosciuti Mark Hollis solista: dov’è Doctor Strange quando serve?