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EGREEN, Fare Rap Non È Obbligatorio

Il ritorno di Egreen dopo il diario personale di Nicolás è una mossa prodiga di visione. Dietro la copertina con lo splendido lettering di Luca Barcellona, infatti, chiama attorno a sé nuove leve e segreti ben riposti da tutt’Italia, calandoli in un album del tutto coerente con la sua visione del rap. Il Fantini da anni è considerato uno dei rapper più feroci e lucidi della scena, riuscendo a trasmettere i suoi viaggi personali e una visione che ribadisce la propria missione: fare rap non è obbligatorio. Egreen lo sa fare ma riesce mirabilmente ad accorpare una realtà che si discosta dal producer album (alla Night Skinny, per citare l’esempio italico più ovvio negli ultimi anni) rimanendo dritto, fisso su un tono con voci e barre a sovrapporsi.

Da questi 35 minuti escono immagini old-school dalle posse nelle quali si assiste alla morte del fascista, dove il rapper debole viene sotterrato e dove la via per la ricchezza tipica del rap si sovrappone coerentemente alla lotta di classe. Flash, immagini e colori, pare di essere in una mixtape ai massimi livelli dove non c’è nessun brano debole e dove chi prende il microfono, pur essendo emerito sconosciuto, ha già passato l’esame più difficile, quello del padrone di casa. Cinema per le orecchie, da mandare a memoria perché, forse, per una volta meritocrazia e visione artistica si sposano in un disco senza puttanate al suo interno. Vengono in mente i discorsi di Jake La Furia sul potersi permettere uscite dal seminato solo dopo aver fatto rap per anni ed aver attestato le proprie azioni. Egreen svolta e sceglie di portare avanti un altro discorso, aprendo casa, cortile e realtà a una mandria di microfoni, continuando in coerenza. Ci piacerebbe ascoltare anche questa shit in radio, magari qualche quattordicenne potrebbe rinsavire e affinare qualche rima cruda, mirando al Leoncavallo invece che al festival della canzone italiana o a Montenapoleone.

Dal Trentino alla Basilicata, Lombardia, Lazio e Piemonte in una legacy solida, citazioni ed immagini fra sport, storia e politica, guerra e società. La vita, sputata in rima.
Rispetto per un disco che regala molto, pur flippando solo hardcore.