ECNEPHIAS, Ecnephias
Vira decisamente verso il “gotico” la nuova fatica in studio dei lucani Ecnephias. La loro proposta musicale si mantiene a un livello d’eccellenza assoluta, evolvendo album dopo album in modo progressivo e costante, fino a inglobare influenze sempre differenti, foriere poi di ulteriori interessanti sviluppi.
Avvicinarsi a Ecnephias non è semplice, sono necessari molti ascolti per coglierne ogni sfaccettatura e assimilarne appieno la portata. Il gruppo capitanato dal chitarrista/cantante Mancan non ha paura di osare sulla via della sperimentazione, ne costituisce prova evidente la diversità che caratterizza questo disco eponimo dal precedente Necrogod. Di quest’ultimo la band italiana segue le orme, proponendo però oggi un metal darkeggiante, sempre più eteroclito, raffinato e seducente, contraddistinto da un certo affrancamento dai suoi aspetti più estremi. Parallelamente, le sonorità degli Ecnephias conoscono un ammodernamento significativo, apportato da un utilizzo avveduto delle tastiere (pensiamo alla dance ipnotica della conclusiva “Satiriasi”), che denota una qualità di scrittura rimarchevole e per nulla basata sulla ripetizione pedissequa dei medesimi standard, a dimostrazione anche della maturità compositiva rapidamente acquisita dal gruppo nel corso degli anni. Tuttavia queste novità, sempre dosate con accortezza, non snaturano la musica degli Ecnephias, piuttosto l’arricchiscono, completandola. L’ossatura metallica delle singole canzoni viene infatti conservata e abbellita con diversi elementi melodici, acustici e percussivi. Il risultato ottenuto è molto convincente, una miscela perfetta ottenuta sotto l’influenza pregnante di Paradise Lost, Moonspell e Tiamat. Il registro vocale si fa più vario e modulato, ora pulito con timbrica grave ora gutturale nei passaggi più aggressivi, sempre molto evocativo e vera chiave di volta di un album intenso, eterogeneo e arrangiato con perizia estrema. Tutto questo si traduce in brani dalla caratura sopraffina, illuminati sempre dalla chitarra di Niko attraverso arpeggi e assolo pregevoli: “Nia Nia Nia”, intimista e col cantato in lingua italiana e dialettale, “Firewalker”, maestosa, “Born To Kill To Suffer”, dal ritornello ammaliante, “Chimera”, elettrica, “Nychtophilia”, col suo refrain contagioso.
Ecnephias si distingue per la sua coloritura attuale, non spogliata però di una certa malinconia di base, specialmente quando gli elementi “gotici” prendono il sopravvento, conferendogli un’atmosfera solenne e improntata a una gravità dispensatrice di pathos. Nella loro varietà, i pezzi appaiono come un perfetto bilanciamento tra melodia, efficacia e sentimento di tristezza. Non resta che scrivere dell’aspetto tematico, ricorrente anche nel simbolismo di copertina, che concerne la dicotomia tra due opposte filosofie presenti nella tradizione esoterica occidentale e nell’occulto: la prima è la “via della mano sinistra” (in alcune definizioni identificata con la magia nera, con l’acronimo LHP, dall’inglese Left Hand Path), che ingloba in sé una visione generalmente agnostica dell’esistenza della divinità, il rifiuto di una verità universale a favore di un codice morale individuale, l’esistenza di una polarità maschile e femminile nelle forze della natura, non in ultimo l’utilizzo di sostanze psicotrope per alterare lo stato di coscienza; la seconda è la”dextera dei” come metafora biblica dell’onnipotenza di Dio.
Preso atto dell’evoluzione musicale continua della formazione italiana, mi sento di consigliare Ecnephias ai seguaci dell’heavy metal in senso lato, ma anche a tutti coloro che amano un certo tipo di rock caratterizzato da sfumature più cupe.
Tracklist
01. Here Begins The Chaos
02. The Firewalker
03. A Field Of Flowers
04. Born To Kill And Suffer
05. Chimera
06. The Criminal
07. Tonight
08. Lord Of The Stars
09. Wind Of Doom
10. Nyctophilia
11. Nia Nia Nia
12. Vipra Negra
13. Satiriasi