ECHO BENCH, Echo Bench

Echo Bench

La V4V ci permette di scoprire un trio israeliano che sembra uscito dritto dritto dai Novanta, non solo da un punto di vista strettamente musicale. Si pensi a tre ragazze che, oltre che con la musica, si dilettano in campo artistico (meglio dire che oltre a essere impegnate in campo artistico, si divertono insieme a far musica): una fa la pittrice, l’altra scolpisce, l’ultima è una film-maker, e insieme suonano un qualcosa a cavallo tra noise-rock e alternative d.o.c. (niente di quella sbobba che va di moda oggi, facciamo a capirci), molto minimal e altrettanto ruvido, profili taglienti, bordi seghettati, angoli sghembi, ma sotto sotto molto incline al pop, come può intenderlo chi ama Sonic Youth e Lush, tanto per dare due coordinate due. Più “so Nineties” di così si muore, eppure il tutto suona anche incredibilmente vitale e ammaliante, sarà quel retrogusto mediorientale che fa capolino qua e là (“High Noon”), sarà il bisogno fisico di riconciliarsi con l’idea stessa di alt-rock senza sentirsi in colpa o farsi prendere dallo sconforto, ma qui c’è da divertirsi e da lasciarsi andare, in fondo basta farsi prendere dal vortice dai riflessi post-punk di “High Roller” e chiudere gli occhi. Un po’ giostra, un po’ viale dei ricordi, a metà strada tra antropologia musicale e divertissement per studenti arty (ma senza troppa spocchia e molto più in preda a sana tempesta ormonale), Echo Bench non delude e fa il suo dovere in maniera efficace, soprattutto piace perché sa di sala prove e strumenti attaccati a un ampli, senza troppe seghe mentali e diavolerie da pc. Insomma, non salveranno il mondo, ma qualche giornata della nostra vita magari la possono rimettere in carreggiata.

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato la notizia dell’album in free download. Lo potete scaricare qui.

Tracklist

01. The Same Mistake
02. Out Of The Blue
03. High Noon
04. High Roller
05. Broken
06. Liquid Sky
07. After Party
08. 24
09. French
10. Flesh A Bone