Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Due dischi Yerevan Tapes: Isorinne e Råd Kjetil Senza Testa

Per le sue due ultime uscite, la bolognese Yerevan Tapes ha deciso di puntare tutto sulle latitudini scandinave, pubblicando due album che fotografano la scena ambient-elettronica svedese e, allo stesso tempo, ben figurano nel suo catalogo che, da un po’ di tempo ormai, comprende realizzazioni su vinile oltre ai nastri.

Michel Isorinne è parte assieme a Jonas Rӧnnberg, noto ai più come Varg, di D.Å.R.F.D.H.S, progetto capace di passare con disinvoltura dal dark ambient alla techno, anche nello stesso disco, senza perdere mai il filo del discorso; lo scorso anno lo svedese ha pubblicato due cassette per la riminese MIXED-UP e quest’anno, con questa, siamo già alla terza uscita, ancora una volta per un’etichetta italiana. No Strength Of Sun è un disco elegante (a proposito, i fiori in copertina sono di gran classe), un gioiellino di buon gusto musicale in cui Isorinne con poche pennellate ben distribuite delinea paesaggi sfocati ma di grande impatto: il suo è un lavoro di sottrazione, evita di complicarsi la vita in ardite tessiture e così punta tutto sulla contrapposizione tra melodie eteree, quasi ninne nanne, e glitch, field recordings, feedback e clangori. Una musica che vive di contrasti, straniante, algida al punto giusto, austera quanto quei soggiorni dal sapore nordico che pullulano sulle riviste di arredamento. L’ep è uscito il 30 maggio in vinile 12”, edizione limitata a 250 copie.

Dei Råd Kjetil Senza Testa sappiamo invece veramente poco: anche loro svedesi, frequentazioni discografiche analoghe (la Northern Electronics, etichetta di Stoccolma rifermento per un certo suono “nordico”), come i D.Å.R.F.D.H.S dimostrano una spiccata attitudine a passare dai flussi di suono di un ambient più o meno dark alle pulsazioni elettroniche, sia pure declinate qui in chiave synthwave e all’interno di composizioni dal minutaggio generoso. Il collettivo è composto da quattro elementi (EDI, MSV, PLT e Landins i loro nomi di battaglia) ed è frutto della fusione fra due realtà musicali, i Råd Kjetil, appunto, e i Senza Testa (passati attraverso i progetti Duo Senza Testa e Orchestra Senza Testa); il primo lavoro dell’attuale ragione sociale risale al 2010 e si fregiava della collaborazione di Richard Pinhas alla chitarra. Null/Void & End consta di due lunghe composizioni dalla struttura tripartita pressoché speculare (inizio e fine ambient, parte centrale synthwave), basate, a quanto pare, sull’estro improvvisativo. L’inizio è tutto un crepitare, suoni sfuggevoli accompagnati da voci che si propagano confuse nell’etere e che ci introducono, piuttosto bruscamente, al corpo centrale del pezzo vicino ai Lost Themes di John Carpenter; la chiusura del lato, molto suggestiva, contestualizza il tutto evocando vedute artiche. Il lato B, come detto, ha una struttura simmetrica rispetto all’A: un inizio in cui la nota dominante è lo sciabordare di liquidi, la parte centrale nuovamente carpenteriana e un finale in cui il ritmo si dissolve in un ambient rarefatto e ventoso che può ricordare, fatte le dovute proporzioni, un altro gigante della musica per il grande schermo, l’Edward Artemiev controparte musicale del cinema allucinato di Andrei Tarkovsky. Anche qui 250 copie su vinile 12”, pubblicato il 7 giugno.

Yerevan Tapes dimostra ancora una volta, con dischi come questi, di voler focalizzare la propria attenzione sui contenuti musicali e sul bagaglio simbolico ad essi legato piuttosto che sulla provenienza geografica o sui singoli generi, individuando nell’alterità e nella peculiarità dei singoli progetti la chiave di lettura di un catalogo la cui fisionomia si va delineando uscita dopo uscita in maniera più netta e riconoscibile.