DP|N|P, Benthic
Men are like an abyss, you become dizzy if you look inside.
Georg Büchner – “Woyzeck”
Prolifico e inquieto, forse, Stefano De Ponti, che torna coi soci Vincenzo Nazzaro (Rooms Delayed) e Cristina Pullano alla voce, a nome DP|N|P, fate caso ai rispettivi cognomi. Quattro brani algidi, di durata media piuttosto lunga, che provano a sviscerare con studiata lentezza l’amore per atmosfere dream-pop eteree e nebbiose, ma in salsa ancora più plumbea, pensate a una forma di incisivo dark ambient. “Dummheit” sembra coraggiosamente omaggiare la Nico di Desertshore, stesso incedere ieratico, succede pure in “Melusine + Life In The Deepest Sea”, mentre “Sole Giapponese” ne pare una rilettura psichedelica in slow-motion e con sensuale voce sussurrata. “Contrappunto”, infine, sa di tema ansiogeno e di sogno inquieto, con al piano l’ospite Eleonora Pellegrini. C’è sostanza e molta cura del suono in questo Benthic, gli elementi stilistici sono centellinati il giusto e il risultato finale ne giova, e quella frase di Büchner serve proprio a rendere la “vertiginosa profondità” del tutto. Vado dicendo da tempo che in Italia, in quest’ambito, non stiamo messi poi cosi male… anche i francesi della Triple Moon se ne sono accorti.