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Dovs: un austriaco va in Messico ma questa volta non lo fucilano

Dovs (le colombe) è l’unione tra un musicista austriaco, Johannes Auvinen, e uno messicano, Gabo Barranco. Sono entrati improvvisamente nella mia vita qualche mese fa con un disco pubblicato da Balmat, Psychic Geography, che mi ha immediatamente conquistato, anche se la loro storia inizia ben prima, nel 2019, col debutto Silent Cities. Due musicisti che sono riusciti a riportarci a un’idea insieme acida e psichedelica della musica, facendolo però in un ambiente casalingo ed ovattato. Riusciamo a contattarli battendo i vari social e unendo le loro risposte, cercando di capire in quale cielo e su quale rotta volino queste colombe…

Salve Gabo, Salve Johannes! Come vi siete incontrati e quali sono stati i fattori della vostra unione come DOVS? Perché questa reputazione e da quali esperienze siete arrivati ​​per arrivare a questo mix tra musica elettronica e un tocco morbido e melodico? 

Gabo: Ho sentito per la prima volta la musica di Johannes a un concerto a Città del Messico, dove suonavo prima di lui. Dopo questo incrocio abbiamo iniziato a collaborare e mi sono chiesto come potesse creare questi effetti sulla 303, così ho iniziato a sperimentare sulla mia macchina e una mattina ho scoperto i “long acid glides”, che hanno avuto un’influenza importante sullo stile musicale.

Johannes: Nello stesso concerto fui conquistato dallo stile elegante e personale di Gabo e dal suo raro senso melodico. Cominciamo a collaborare dopo solo una settimana.

Psychic Geography conquista fin dalla copertina, che è pienamente parte dell’immaginario di Balmat, l’etichetta che ha prodotto l’album. Si sente l’assonanza tra packaging, etichetta e progetto. Come ci siete arrivati? Che tipo di influenza ha avuto Balmat sull’album? 

Gabo: Registrammo Psychic Geography principalmente nel 2023, Johannes venne per alcune settimane in Messico e iniziammo a suonare con i nostri macchinari, parlando a malapena suonando, anzi parlando a malapena la maggior parte del tempo… credo avessimo anche questo in comune. Johannes completò l’album con alcune vecchie registrazioni e inviò le tracce all’etichetta. Avevo già alcune produzioni Balmat nella mia collezione, ci sono leggende come µ-Ziq, musicisti che ascolto come Earth Trax e amici come Nick Leon, quindi fummo molto contenti di poter uscire con loro.

Ascoltando per la prima volta il disco, mi sono venute in mente esperienze come múm, Four Tet, Plone, per la gestione di un delicato equilibrio fra un mondo acustico e circuiti elettronici. Potrebbero esserci delle connessioni? Pensare a voi come messicani e austriaci, crea immediatamente uno stereotipo della competenza di ognuno di voi, ma come funzionate? 

Gabo: Accidenti, sono cresciuto ascoltando i primi pezzi dei múm e dei Four Tet, quindi devono essere stati un’influenza in qualche modo, anche se l’idea era di fare un album ambient con un nucleo melodico e armonico. Quando faccio musica con Johannes penso che sia una specie di conversazione, veniamo da background molto diversi ma possiamo comunicare attraverso i suoni che gestiamo dalle macchine.

Johannes: Di sicuro alcune influenze furono certa elettronica “moody”, musiche per videogames e colonne sonore. In particolar modo le colonne sonore dove il mood era abbastanza vago e i temi principali includevano svolte sorprendenti.

Il titolo, Psychic Geography, si riferisce all’album come a un viaggio interiore e personale: quale la destinazione? I percorsi indicati sulla copertina sono paralleli e non si intersecano, cosa c’è dietro? 

Gabo: Possiamo far sì che quei circuiti sospirino e piangano. Penso che potrebbe essere l’intersezione. Per quanto riguarda la copertina, Balmat collabora con questo grande artista, José Quintanar. Philip ci ha inviato un’ampia varietà di opzioni, ne abbiamo prese 3, quella che è stata scelta alla fine era quella che ci metteva d’accordo. La copertina mi fa chiedere alcune cose… tipo… ci sono 2 ingressi? Per una persona diversa? Ognuno potrebbe avere il proprio ingresso? O abbiamo un ingresso e un’uscita? I sentieri del giardino sono vie d’ingresso o vie d’uscita?

Johannes: Sì, la copertina è stata fortuita! Per me parla di percorsi e di mappature. In qualche caso la musica è una conformazione di diverse emozioni e narrative contrastanti. A volte riguarda l’assestamento dello spazio tra dicotomie irrisolte esistenti in quei campi.

In alcune situazioni la musica dei DOVS sembra dirigersi verso una possibile pista da ballo, penso forse a “Frames” che sembra la canzone perfetta per dare un ritmo sottile all’alba dopo una notte in un club. Che rapporto hai con la danza e che tipo di applicazioni vedi per il tuo sound? 

Gabo: Per me c’è una simbiosi tra musica elettronica e dancefloor, devo e ho imparato molte cose all’esperienza dance… ma ultimamente ho pensato agli elementi percussivi Techno/Dance come a un veicolo, come un’auto o un camion, e alle melodie come ai passeggeri e al vero messaggio, quindi per me la musica ambient è liberarsi della carrozzeria del veicolo e di tutti i suoi comfort e concentrarsi sul nucleo.

Suonate dal vivo? Quali sono le situazioni più adatte a DOVS? 

DOVS: Sì, di tanto in tanto, suoniamo fondamentalmente in Do minore e improvvisiamo con un mucchio di strumenti e macchine.

Cosa vi ispira in DOVS? Cosa vi spinge a comporre? Le macchine, gli eventi, i sogni? 

Gabo: Per me è un modo per incontrare un amico mentre facciamo musica e prendiamo un caffè. Un aspetto importante di DOVS è il dialogo tra le melodie  che escono dai 303 o dai 101 (synth) che creano una sorta di contrappunto acido.

Johannes: Concordo.

Ascoltando spesso Psychic Geography mi sentivo come se fossi in un mondo codificato: non capisco il codice ma mi sento comunque sereno. Era questo l’effetto cercato? 

Gabo: Sì, potrebbe essere un codice… un codice acido forse.

Johannes: Per noi è importante creare musica che sia nuova e distinguibile. Su questo album il tema dominante si presta ad un certo grado di mistero. È qualcosa come un gioco nel quale forniamo indizi attraverso l’intero pacchetto dell’album. Invitiamo l’ascoltatore a decifrare le verità mistiche.

Quali sono i vostri progetti futuri, come DOVS e progetti paralleli?  

Gabo: In questo momento sono ossessionato dalla produzione di alcune tracce IDM – Drum and bass acid fluffy, ho anche fondato una band rock influenzata dallo slowcore e faccio arrampicata e bouldering per la maggior parte del tempo.

Johannes: Il nuovo album dei DOVS cambierà probabilmente abito vestendosi per il dancefloor. Sto lavorando ad alcune compilation acid e sto frequentando un master alla MDW, l’università musicale viennese.

Penso che sia tutto, vi chiedo giusto due ascolti personali prima di ringraziarvi… 

Gabo: Sì, mmm, sto ascoltando molto Spiderland degli Slint e Modest Mouse degli anni ’90, Acid Scout, un po’ di techno acid degli anni ’90 e amici messicani come Mensik, Andy Martin e Ranma Entero.

Johannes: YMO – TECHNODELIC.