DONALD THOMPSON, III

È uscito giusto in tempo per la stagione estiva il nuovo album degli emiliani Donald Thompson targato Retro Vox Records. Mentre lo ascolto mi trovo a vagare per le strade di una città italiana semideserta a causa degli esodi vacanzieri che puntualmente colpiscono i cittadini di mezza Europa a partire dalla fine di luglio. Vedo molti edifici inutili, o addirittura fatiscenti, che, se dipendesse da me, raderei al suolo per lasciare spazio a una di quelle strutture che come poche altre riescono quasi sempre a rivitalizzare una piccola area urbana: una skate bowl (o pool, se preferite) pieno di gente pronta a fratturarsi qualsiasi osso pur di lanciarsi con una tavola all’inseguimento dei propri limiti. Di fronte a questi individui, giusto a pochi metri di distanza, monterei un palco per lasciar suonare band a tutte le ore e sul quale farei tranquillamente salire questi Donald Thompson. Il punk rock che ci propongono richiama all’orecchio nomi tipo Pennywise e  Descendents, ma è arricchito con sonorità garage che frequentemente affiorano nei riff delle tredici tracce di quest’album, come in “It’s All Right” e “Sell Your Soul”. Stop & go, cambi di tempo, coretti e voce melodica (non esageratamente), caratteristiche su cui la Epitaph costruì una fortuna negli ormai lontani anni Novanta, tipiche di un genere che sembra risvegliarsi con fatica dopo un lungo letargo. Una ventata di energia che non disdegnerei neanche in inverno, sempre utile a scaldare gli animi.