Da domani Forlì Open Music, con Tilbury, Schiaffini e Mazurek
Riceviamo e diamo notizia.
Il Comune di Forlì presenta
FORLÌ OPEN MUSIC
II edizione
pensare in suoni
3 e 4 giugno 2017
Musei San Domenico / ex Chiesa di S. Giacomo
Piazza Guido da Montefeltro – Forlì
in collaborazione con Area Sismica ed Elisabetta Righini
sabato 3 giugno
18.00 Luca Franzetti violoncello Simone Pedroni pianoforte
21.00 Lucia Bova
arpa
Atlas Eclipticalis – musiche di John Cage reinventate per arpa
22.30 Paolo Angeli
ghiterra modificata
domenica 4 giugno
6.00 Dino Rubino
pianoforte
8.30 Open Day della Musica
dell’Istituto Musicale “A.Masini” e del Liceo Musicale Statale di Forlì
11.00 Enrico Pompili & Quartetto Fonè
pianoforte, violini, viola, violoncello
16.00 Matteo Ramon Arevalos
pianoforte
anteprima CD “Fausto Razzi – Per Piano” edito dalla ReR Megacorp
18.00 John Tilbury, Eddie Prevost, Giancarlo Schiaffini
pianoforte, percussioni, trombone
in esclusiva
21.00 Rob Mazurek’s Immortal Birds Bright Wings
Rob Mazurek, Cristiano Calcagnile, Danilo Gallo, Fabrizio Puglisi, Pasquale Mirra
piccolo trumpet, batteria, basso, pianoforte, vibrafono
suite The Forlì Scores – prima mondiale
Forlì Open Music è a ingresso libero
Il FORLÌ OPEN MUSIC si è fin da subito distinto per la una trasversalità che intenzionalmente pone la musica della tradizione storica accanto a quella del presente, donandogli anche una forte connotazione divulgativa.
Del resto F.O.M. è per sua natura uno sguardo sulle musiche, in linea con l’articolazione che caratterizza il presente e ogni sua forma d’arte.
Questa identità così ben riconoscibile e riconosciuta si sposerà nella edizione 2017 a un’altra connotazione forte, quella della composizione musicale quale elemento determinante e identitario della produzione sonora.
Pensare in suoni
Si è scelto il tema del comporre, inteso, in questo ambito, in senso conoscitivo e trasversale: il compositore che racconta se stesso e la sua musica, e la musica che mostra una sua precisa identità per il contesto in cui viene concepita e composta. Ossia: il principio stesso per cui nascono musiche diverse. Si intende porre attenzione e sensibilizzare gli ascoltatori su quanto precede e motiva ogni musica: non proporre semplicemente il prodotto finale, ma mostrare il comporre come luogo del pensiero. Che può essere scrittura, ma anche realizzazione estemporanea, improvvisazione, sperimentazione. In linea con quanto afferma Arnold Schönberg: «comporre è pensare in suoni».
Ciò che, d’altra parte, distingue la musica nel suo più alto profilo, facendone un bene storico-artistico, un patrimonio comune, è proprio il pensiero che sta a monte del prodotto sonoro e che motiva la composizione. Non quello del prodotto funzionale, commerciale, di evidente inconsistenza, ma un’idea condivisibile in quanto portatrice di assoluti accomunanti, capace di costruire futuro, e pertanto innovatrice e permanente.
Ad aprire la terza edizione del Forlì Open Music sarà il duo Pedroni & Franzetti, due esecutori prestigiosi con cui quest’anno il Teatro Comunale di Ferrara ha scelto di inaugurare la propria stagione musicale. Il violoncellista Luca Franzetti, primo violoncello dell’Orchestra G. Verdi di Milano, è stato per lungo tempo collaboratore di Claudio Abbado sia in campo musicale, sia umanitario. Ha partecipato a progetti musicali di fama internazionale quali il Sistema educativo Abreu di Caracas, alle lezioni di strumento nei campi profughi palestinesi a Ramallah e al programma “Musicians for Human Rights”. Il pianista Simone Pedroni, vincitore della Gold Medal e del Premio di Musica da Camera al concorso Van Cliburn (Texas), si esibisce regolarmente con le più importanti orchestre da camera internazionali e ha collaborato con direttori storici quali Yehudi Menuhin, Zubin Metha e Riccardo Chailly. Dalla stagione 2007/2008 è artista in residence dell’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano. Il repertorio proposto a Forlì presenta due capisaldi della letteratura musicale dedicata al violoncello, di grande fascino ed eleganza.
A seguire salirà sul palco Lucia Bova, stella luminosa della musica contemporanea, definita da importanti compositori quali Luis de Pablo, Fernando Mencherini, Luciano Berio e Claudio Ambrosini “magnifica artista”, “interprete dotata di originalità e di forte talento esplorativo”. Altre testimonianze della caratura di questa musicista sono le composizioni a lei dedicate, scritte, tra gli altri, da Mencherini, Dashow, Razzi, Chasalow, Saylor, Smith, Sollima, Ambrosini, Morricone, Giri e Podio.
La prima serata si chiuderà con Paolo Angeli, figura centrale nel coniugare la tradizione popolare con gli ambiti della musica colta, reinventando anche il proprio strumento di origine, la ghiterra sarda, ora diventata una vera e propria chitarra orchestra, un ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Questa ghiterra modificata gli è stata richiesta anche dal chitarrista statunitense Pat Metheny. La data di Forlì sarà l’ultima europea prima di un lungo tour americano che vedrà Paolo Angeli anche alla Carnegie Hall di New York.
La domenica si apre con il consueto concerto all’alba, che vedrà sul palco il pianista e trombettista Dino Rubino. Considerato tra i maggiori giovani interpreti del jazz italiano, ha vinto nel 1998 il prestigioso premio Massimo Urbani come miglior talento nazionale emergente. Dal 2011 collabora in duo con Paolo Fresu e nel 2014 è stato artista residente presso l’Istituto di Cultura Italiano di Parigi. Nel corso degli anni ha suonato in Festival importanti quali Umbria Jazz, Marciac Jazz Festival, Shangai Italian Expo, Loulè Jazz Festival, MITO, Skopie Jazz Festival e molti altri. La sua musica, intimista e lirica, crea magiche suggestioni, grazie a sonorità incantevoli che rivelano il suo eclettismo, un raffinato incontro di ‛mondi’ sonori che produce un’inaspettata poesia.
Per l’appuntamento successivo torna, come per le passate edizioni, il Saggio Scolastico, progetto che coinvolge e fonde in formazioni diverse gli studenti dell’Istituto Masini e del Liceo Musicale Statale.
L’ultimo concerto della mattina di domenica sarà affidato al pianista Enrico Pompili e agli archi del Quartetto Foné. Pompili, formidabile pianista, si è imposto poco più che ventenne all’attenzione del mondo musicale internazionale al Concorso “Opera Prima – Philips” di Milano (primo premio assoluto); in seguito è stato finalista al concorso internazionale di Dublino, ha vinto il secondo premio al concorso di Hamamatsu, e ha trionfato al Concorso Internazionale “Paloma O’Shea” di Santander (con Alicia de Larrocha, mito del pianoforte, presidente della giuria). Ha collaborato con prestigiose orchestre nazionali e internazionali, tra cui la Royal Philarmonic Orchestra di Londra, l’Orpheus Chamber Orchestra di New York, la Filarmonica di Varsavia, l’Orchestra Nazionale di Spagna. Il Quartetto Foné è una tra le eccellenze del panorama quartettistico italiano. Tiene concerti in Italia per le maggiori istituzioni concertistiche (fra le altre La Scala, S. Cecilia, La Fenice, Firenze Amici della Musica, Napoli “A. Scarlatti”, Palermo Amici della Musica, Ravenna Festival) e all’estero (Svizzera, Austria, Germania, Israele, Francia, Spagna, Grecia, Stati Uniti, Canada e Giappone).
L’incontro tra questi artisti è stato organizzato proprio per Forlì Open Music, così da proporre alcuni quintetti mitici della storia della composizione, pezzi che sono stati utilizzati anche in campo cinematografico (Bergman) e teatrale per la loro incomparabile bellezza.
A seguire l’omaggio a uno dei più importanti compositori viventi, Fausto Razzi, interpretato dal pianista Matteo Ramon Arevalos, con il quale nel 2017 ha inciso il cd Per Piano, edito dall’etichetta inglese ReR MegaCorp, di cui vi sarà un’anteprima durante il concerto. Definito da Mario Gamba come figura centrale per la corretta divulgazione della musica attuale, Arevalos è tra i più brillanti musicisti contemporanei, autore di diverse incisioni e di numerosi concerti in tutto il mondo.
Alle 18:00 si prosegue con un trio, in esclusiva per l’Italia, composto da figure storiche della scena contemporanea, veri e propri monumenti viventi della musica, John Tilbury (piano), Eddie Prevost (percussioni) e Giancarlo Schiaffini (trombone), padri rivoluzionari della musica attuale, a partire dalle forme di jazz più libere fino all’improvvisazione più radicale. Tilbury e Prevost sono noti per essere i membri degli AMM, formazione leggendaria che da oltre un trentennio sorprende per la coerenza e la libertà espressiva e che ha influenzato finanche figure dello star system quali Pink Floyd e Velvet Undergorund. Fondatore della “Italian Instabile Orchestra”, Schiaffini è trombonista e compositore di grande valore, conosciuto ed affermato nel panorama della musica jazz e non solo; tra le sue collaborazioni più prestigiose si ricordano quelle con Luigi Nono, John Cage, Giacinto Scelsi e, nel campo del jazz, Paolo Damiani, Gianluigi Trovesi, Giorgio Gaslini. Il trio si esibirà a Forlì per la sua unica data italiana.
Per concludere, l’evento clou che illuminerà questo terzo Forlì Open Day: Rob Mazurek e la sua inedita formazione, gli Immortal Birds Bright Wings, composta dai migliori talenti del jazz attuale italiano, Cristiano Calcagnile, Danilo Gallo, Fabrizio Puglisi e Pasquale Mirra. Questo nuovo progetto avrà un compito speciale, quello di dare alla luce la composizione The Forlì Scores, vera e propria dichiarazione di amore per la città romagnola da parte del cornettista di Chicago, che negli ultimi anni è stato premiato più volte come miglior jazzista dalle testate specializzate di tutto il mondo, italiane comprese. The Forlì Scores, che sarà eseguita in prima mondiale, rende in sintesi il rapporto con la città di Forlì e nel contempo l’idea di una composizione a più parti distinte e autonome, ma unificate ed eseguite senza soluzione di continuità, proprio com’è, di fatto, la sequenza concertistica di Forlì Open Music.