DISUMANA RES, Disumana Res
Facciamo un salto nel passato lungo quasi vent’anni, quando cioè il trio, che si divide tra Bologna e Roma, comincia a compiere i suoi primi passi. Nel corso del tempo suona diverse volte dal vivo (nel 1998 presenzia al festival Nel Nome Del Rock), pubblica due nastri e – a distanza di due anni dal primo – si mette al lavoro per il debutto. Al disco, già pronto da tempo, si interessano due label nord-europee, ma nello stesso momento sorgono problemi interni alla band, che non permettono ai ragazzi di proseguire col progetto.
Solo oggi, grazie al mastering di Nicola Manzan, i brani di questo cd vedono la luce nella loro forma originaria, senz’alcuna alterazione. A proposito di ciò, apprezziamo la scelta di questo suono così corposo e profondo. Una miscela, quella dei Disumana Res, che si colloca tra i primi Pitchshifter e dei Godflesh meno oscuri e ossessivi, allo stesso tempo monolitica e più “rock”, nonostante una manciata di brani si mostrino più rilassati. “Frozen” invece, grida fuori dal coro, collocandosi in un contesto più estremo: le chitarre – pur mostrandosi nervose e malate – definiscono il percorso già iniziato dalle tracce precedenti, poi si dimenano in una sfuriata che ricorda vagamente i mitici Flash Terrorist (giusto per rimanere nella nostra Penisola). Un disco che fa dell’essere oppressivo il proprio credo, un come-back che speriamo rappresenti il primo di numerosi capitoli per poter chiudere alcuni conti rimasti da sin troppo tempo in sospeso.
Tracklist
01. War On Bodies
02. Still
03. Frozen
04. Underkiller
05. Worms
06. Return To Nothingness
07. Beyond The Fall