DISFIGUREMENT, Soul Rot

Disfigurement

Credo che non siano esistiti così tanti gruppi death metal nemmeno negli anni della sua fioritura. Chissà quando questa nuova ondata subirà un flessione numerica… non che la cosa mi preoccupi troppo, il death non è mai “morto” nemmeno in passato, però il calo avvenne e non sono poi tantissimi i gruppi che sono transitati vivi dall’età dell’oro fino a oggi. A questa élite che, fra alti e bassi, ha continuato imperterrita a suonare, si ispirano i georgiani Disfigurement (della Georgia statunitense, non ci confondiamo, mi hanno riferito di panico diffuso negli Stati Uniti quando, pochi anni fa, girò la notizia dei carri armati armati russi entrati nella evidentemente sconosciuta, all’americano medio, Georgia ex-sovietica). I nostri eroi suonano death metal anni Novanta perfettamente incontaminato: vengono in mente, appunto e anzitutto, i Malevolent Creation, in certe parti rallentate gli Immolation e, in alcuni momenti, i Vader. Brutalità a profusione ma anche formalismo, non ci si aspetti il disco death metal del secolo, nemmeno dell’anno, ma i Disfigurement hanno credibilità, hanno fatto i compiti, conoscono la materia e sanno dosare bene gli ingredienti, hanno un tasso tecnico rispettabile (che emerge in fase solistica, in particolare) e riescono anche a partorire un suono adatto al genere, ben prodotto ma senza gli eccessi modernistici di batterie in midi e chitarre con suoni interamente digitali. Voto: non vi cambieranno la vita ma i Disfigurement sono decisamente piacevoli per chi apprezza i succitati riferimenti, per chi ascolta solo i Disma magari un po’ meno…