DESTROYED IN SECONDS, Divide And Devour

Esce per la Deep Six Records la versione in vinile di Divide And Devour, terzo album della band losangelina dopo una pausa di ben otto anni. Circolato originariamente come autoproduzione in versione digitale e cassetta ad aprile 2020, l’album degli ex Phobia, Mange ed Eat The Living ha le radici saldamente piantate nel suono scandinavo e strizza l’occhio a quel mix di d-beat e thrash che vede come riferimenti tanto i Discharge quanto i Sacrilege, su cui innesta le classiche chitarre di scuola svedese per creare brani potenti che vanno dritti al punto, con melodie ricche di pathos e cori che entrano subito in mente (e qui si sentono forti i richiami all’immaginario hardcore). C’è un pizzico di modernità negli arrangiamenti e i suoni sono potenti e curati (merito di John Haddad di Final Conflict e Phobia) così da portare le lancette all’oggi, ma nell’insieme Divide And Devour si mostra come un album old-school e fiero dei propri riferimenti, di cui si fa degno erede. Il tutto funziona e cattura l’ascoltatore grazie alla capacità di alternare furia e momenti rallentati, vocals caustiche e quei cori anthemici da singalong appena citati, anche perché la formazione conosce molto bene il terreno su cui si muove e sa come evitare le cadute di tono o gli sbadigli dovuti ad un’eccessiva uniformità nella scrittura, tanto che il giro di giostra non solo diverte ma fa tornare in fila per il biglietto più volte, pur in mancanza di una vera novità o di una qualche spinta evolutiva. A volte si sconfina senza troppe remore nel metal e si avvertono chiari bagliori di Entombed, At The Gates e in genere di death svedese, così come in altri momenti della vecchia scuola thrash e del primo crossover, ma questo fattore – anziché spostare l’attenzione – aggiunge potenza di fuoco e rende ancor più divertenti le corse a perdifiato con tanto di solo e svisate dal giusto gradiente di tamarraggine. In breve, l’ennesimo parco a tema per aficionados, ma la mano è quella di chi ha i mezzi per fare le cose in grande stile e non butta lì a casaccio degli specchietti per allodole solo per raggranellare qualche spiccio. Promossi a pieni voti anche se probabilmente Divide And Devour non diventerà un classico immortale, quanto uno di quegli album su cui tornare quando serve la giusta botta di energia per affrontare una nuova settimana lavorativa.