DEISON + GIANLUCA FAVARON, Nearly Invisible

DEISON + GIANLUCA FAVARON, Nearly Invisible

Deison e Favaron si erano già incontrati su Silentes. Deison aveva chiamato Under The Snow (Favaron più Gentile, che di Silentes è il genitore) per realizzare una traccia che sarebbe finita sul suo Night Sessions del 2011. Entrambi, discografie alla mano, sono molto propensi alle collaborazioni, quasi come se fossero il solo modo per conservare vitalità creativa, quindi era abbastanza probabile che prima o poi facessero qualcosa in società. Silentes per l’occasione li colloca all’interno della specialissima serie “13”: formato inusuale, foto originali, perfette e a tema, un brevissimo racconto introduttivo di Sandra Tonizzo, molto ben scritto in stile fantascientifico, che ci conduce però sul luogo di una tragedia vera, cioè a Pripyat, tra le rovine rimaste dopo il disastro nucleare di trent’anni fa. Ambient e field recordings, dunque, coi quali restituire uno scenario cupo e scabro, dando la concreta sensazione di calpestare macerie e farsi largo tra rottami e i muri scrostati dell’artwork. Dunque, per girare la descrizione da un altro lato, abbiamo l’approccio “materico” di Favaron e le atmosfere di Deison, al servizio di (o integrati da) un immaginario post-apocalittico, adatto a chi come loro orbita (o orbitava) intorno a generi come industrial e noise. Si tratta, ancora più del solito, di un ascolto da cuffia, necessaria per camminare insieme ai due nei luoghi che hanno ri-creato con indiscutibile bravura, anche perché sono entrambi molto asciutti e non cercano il colpo a effetto o il cliché per catturare l’attenzione, persino quella dell’ascoltatore di genere.

Quest’album potrebbe fare il paio col progetto Olhon (Bad Sector più Where), che lavorava su registrazioni avvenute in luoghi “ostili” come ad esempio il Pozzo del Merro, trasformandole in un dark ambient sui generis. O potremmo pensare a certe prime cose di Atrium Carceri, ma finiremmo per uscire di strada. Troppo facile, infine, visto il paesaggio di riferimento, chiamare in causa Peter Cusack, perché quello di Deison e Favaron non è “Sonic Journalism”, bensì è “Sonic Fiction”, anche se comunque per la fruizione di Nearly Invisible – rubo le parole al poeta – ci vuole molto allenamento, sai.

Tracklist

01. Thin Air
02. Gola Secca
03. Inside
04. Metal Tongue
05. Soliloquy
06. Scoppio Interno
07. Strain
08. Pulviscolo
09. Nearly Invisible