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DEISON / GALAN, Cayendo

Deison

Tierra tragame

Nuova collaborazione per Deison (il suo modo per essere sempre vitale, si direbbe), questa volta con la violoncellista spagnola Sara Galán, tutto realizzato durante un’unica seduta (improvvisativa?) e poi rielaborato in un secondo momento. Vien da pensare – più o meno lecitamente – a Hildur Guðnadóttir o allo svizzero Zeno Gabaglio, ma anche a Richard Skelton. La mano di Deison, al di là del paio di nomi buttati sul tavolo per provare a delimitare il territorio musicale, avvicina tutto al drone e lo lascia scabro e distante dalla melodia. L’idea di partenza (cayendo, cadendo, sprofondando…), del resto, mal si legherebbe alle declinazioni più scontatamente emotive del violoncello, anche se da un altro punto di vista non si assiste nemmeno a un continuo atto di violenza su di esso (restando nel 2013 basta sentire che succede al contrabbasso di The Ominous degli Jacob, in uscita per Utech). Di suo, del resto, il friulano sa benissimo scendere in maniera convincente sulle basse frequenze: qui basta sentire “Desierto”. L’interazione con la controparte “classica”, invece, gli permette di essere quasi “cinematografico” (nel corso di “Instabile” e della prima parte di “Tierra”) oppure dissonante nella title-track e in “Ingestion”, tutte salutari declinazioni del suono-Deison di partenza. Se ci si abitua alla generale “severità” di Cayendo e al suo non cercare mai facili appigli, allora è proprio un bel viaggio.

P.S.: come abbiamo già scritto, ormai parecchi anni fa Deison suonava assieme a uno che travalica di molto i confini di questa webzine e che sembra amare parecchio gli strumenti ad arco, specie da quando si occupa di colonne sonore… saremmo curiosi di sapere che ne pensa.