DEATHHAMMER, Electric Warfare
Dal 2005 in poi il duo norvegese dei Deathhammer si è cucito addosso una proposta accattivante per il circuito della musica estrema, scegliendo di cavalcare l’ondata black/thrash degli anni 2000, realizzando una commistione tra speed metal, black metal e thrash teutonico, sulla scia di gruppi come i Celtic Frost, Nekromantheon e Death Angel.
Dopo una carriera lunga sedici anni e aver piazzato una camionata di materiale tra demo, full length e compilation varie, tramite Hells Headbangers si riaffacciano di nuovo sul mercato con un nuovo, elettrizzante lavoro, Electric Warfare, uscito lo scorso 25 febbraio.
Anticipato da un singolo bruciante (“Rapid Violence”), l’album è un caos tormentato e pulsante, riversato dentro otto tracce in realtà abbastanza bilanciate, che alternano passaggi selvaggi e dettagli melodici, e che sono piene di riff efferati e blast impetuosi, corredati da voci demoniache e malsane a rendere il tutto ancor più mefistofelico.
I Deathhammer dimostrano di aver migliorato la struttura dei loro brani, costruendo pezzi più incendiari che mai in modo ragionato e crudele, basta prendere “Savage Aggressor”, “Crushing The Pearly Gates” ed “Enter The Morbid”, trittico incentrato su riff tortuosi e come sempre blast efferato: moshpit garantito, ko al primo ascolto.
Crudezza, ma produzione perfetta o quasi: Electric Warfare è tormento senza eguali per tutti i romantici là fuori, quelli ancora innamorati del blackened thrash. Un gradito ritorno.