DEATHHAMMER, Chained To Hell
Erano già tre anni che i Deathhammer non si facevano vivi con una nuova uscita (considerato che nel complesso, dal 2006 in poi, ce ne sono state parecchie. Il duo è il capoclasse di una nuova scuola di thrash norvegese, insieme ai Nekromantheon, ai Condor, ai Toxik Death, agli Inculter e a svariati altri. Il riferimento principale per tutti è costituito macroscopicamente dai primi Destruction: i riff sono nello stile inconfondibile di “Sentence Of Death” e “Infernal Overkill”. In seconda battuta, come influenza, possiamo mettere il primo disco dei Kreator. Si parla di musica perfettamente derivativa quindi, ma il tutto è molto sensato e coerente, e i Deathhammer riescono a essere del tutto riconoscibili, anche grazie a uno stile vocale pazzo dagli acuti malati, come se Schmier dei Destruction avesse esagerato con le anfetamine. Questo Chained To Hell è in assoluto il loro disco migliore fino ad ora, anche nei suoni, 31 minuti che volano e che lasciano la voglia di riavvolgere il nastro (sì, uscirà anche in cassetta) e di riascoltarlo immediatamente. Fondamentalismo black speed!