DEAFKIDS + TEST, 2/10/2024
Lubiana, Klub Gromka. Grazie a Sebastijan Iskra per le foto!
Le strade a ottobre devono avere più fame, perché da anni, almeno dalle mie parti, è questo il mese dei concerti da andare a vedere a tutti i costi. Questa volta tocca essere al Gromka, messo su nel 1995 dentro al centro autonomo di cultura alternativa di Lubiana, il Metelkova, da varie minicompagnie indipendenti che volevano farci teatro. Per la seconda volta ci vedo i Deafkids. In apertura i Test, anche loro brasiliani, in due come i Deafkids. I Deafkids, però, erano in tre fino a pochi giorni fa, quando hanno salutato il bassista Marcelo. I Test sono Thiago Barata a batteria/percussioni e João Kombi, che suona la chitarra e sbraita al microfono: tendenzialmente suonano grind, ma almeno stasera giocano di contrasti con le pause, le attese e i silenzi, tanto che uno del pubblico dice loro che non era qui per John Cage (apice intellettuale della serata, probabilmente del mese, con buone possibilità del 2024). Come da pregiudizio, visto che parliamo di brasiliani, salta fuori l’eclettismo ritmico di Barata, qui dopato dai Deafkids, che arrivano a dargli una mano con le percussioni: fin troppo scontato scrivere che è bello imbattersi nel concerto di due band che non solo sono in tour assieme, ma che creano/crescono assieme. Lo spirito punk regna sovrano e si vede proprio come a tutti e quattro importi poco di fare le cose pulite ed eleganti, ma solo di suonare.
Rimasti in due, i Deafkids, almeno oggi, sono sempre più percussivi (poliritmia e tribalismi come cassa dritta, ormai provano tutte le combinazioni), sempre più frutto dell’integrazione tra macchine (pedali, effetti, etc) e uomo, e sempre meno chitarrosi. Questo è per certi aspetti un peccato, perché anche stasera, quando liberano il riff strozzato di “Mente Bicameral” – pezzo di Metaprogramação, album uscito qualche anno fa per Neurot – senti tutta loro forza. Al centro dell’attenzione, con tutto che il fondatore Douglas Leal secondo me è super, finisce per esserci il batterista Mariano de Melo aka Marian Sarine, che troviamo anche nei Felinto e ha pure un percorso solista (1): un uomo capace di suonare con bacchette, braccia e gomiti una pluralità di tamburi. Alla fine della fiera, sperabilmente in futuro con ancora più potenza, i Deafkids sono la celebrazione dell’istinto, dei battiti e del rumore, un mix di primitivo e moderno – basta pensare alle grida effettate di Leal – che è fin troppo facile associare a quelle periferie del mondo dove vedi baracche e grattacieli, smartphone di ultima generazione e scarpe bucate. La volta precedente erano forse un po’ stanchi, a questo giro hanno di sicuro smosso di più i culi dei 30-40 entrati al Gromka.
1 È uscito da poco Asas Terrenas per Futura Resistenza, album megapsichedelico e un po’ Sixties/Seventies dove Mariano suona vari tipi di synth oltre alle percussioni.