DEAF EYES, Deaf Eyes
Progetto parallelo nato in casa Incoming Cerebral Overdrive, Deaf Eyes rappresenta un viaggio in note che fonde in sé metodologie “post” e attitudine psichedelica, con riff monolitici e atmosfere oscure a fare da colonne portanti delle otto tracce del disco. A differenza di molti gruppi similari e dediti ad una rivisitazione in chiave “post” dell’approccio strumentale, qui non c’è alcuna concessione al manierismo o alla ricerca di pennellate stucchevoli, non si può parlare di etereo o impalpabile, perché la scrittura richiama piuttosto la roccia e il metallo, al massimo fuso in una colata liquida, ma pur sempre capace di lasciare segni profondi nella carne. Si potrebbe pensare a un gruppo come gli Omega Massif, i più vicini al tipo di bordate che riescono a produrre i Deaf Eyes, ma si farebbe un torto a questo debutto che riesce comunque a mantenere una propria personalità ben definita. Anche la decisione di mantenere il minutaggio dei brani attorno ai quattro minuti, così da evitare di prodursi in lunghe suite, rende facilmente assimilabile e scorrevole il debutto della band, appoggiata per l’occasione da una label che in poco tempo è riuscita a imporsi per la sua interessante e valida visione dell’attuale panorama. Da sottolineare anche la scelta di suoni in grado di conferire la giusta ricchezza e donare dinamismo alla scrittura, con un occhio sempre vigile a non lasciare spazio a monotonia o cali di tensione, compreso il ricorso a sonorità di scuola post-metal made in Georgia, come evidente in “Mirrors”. Tutti questi elementi contribuiscono alla buona riuscita di un prodotto a fuoco e capace di attirare l’attenzione sui Deaf Eyes, che dovranno dimostrare di non essere un semplice progetto estemporaneo.