DEAD RIDER, Chills On Glass
Chills On Glass è un disco complesso, a cui è necessario dedicare tutta la nostra attenzione: un po’ di ascolti e si rivela uno dei lavori più “divertenti” dell’annata, ricco com’è di idee sulle quali altri baserebbero magari più di una carriera. Sbuffi di spasmi art-core, angolosità che passano dallo sferragliare elettrico al pulsare elettronico, concezioni di funk e soul molto laterali e scure, infine melodie che si rivelano per pochi secondi, così da svincolarsi da una marcata definizione pop. Al terzo disco, la nuova band dell’ex U.S. Maple Tood A. Rittman fa un centro pieno e, per quanto banale, la si potrebbe definire come l’insieme delle peculiarità dei Maple e di quelle dei Cheer-Accident, dato che Andrea Faught (synth) e Thymme Jones (batteria, piano e voce) provengono da lì. Sarebbe però un portare a casa il risultato in modo troppo facile e non renderebbe giustizia alle nuove fatiche di casa Dead Rider. Dinoccolato.