DEAD LIKE ME, À Terre, Amas De Rêves
I francesi Dead Like Me tornano con un album che si snoda dal mito greco di Persefone grazie a un suono che attinge alle radici postcore e noise per attualizzarle con un piglio non convenzionale, a tratti quasi prog nella sua spinta a cercare incastri e sovrapposizioni, alternanze di vuoti e pieni, nonché a portare il tutto ai limiti di una costruzione non lineare, quasi sincopata nel suo incedere. Così ci si trova a osservare improvvise aperture dal forte impatto emotivo, quasi degli squarci in cui il suono si dirada e assume contorni onirici (“Les Cerbères D’Un Temple Oublié”), eppure non siamo di fronte al classico postcore cinematografico fatto di sali e scendi, bensì al cospetto di una ricerca narrativa che non si pone limiti nel seguire gli umori della trama prescelta e per questo perde ogni inibizione formale. Tra riferimenti ai mostri sacri dell’universo “post”, tra Converge, Dillinger Escape Plan, Burnt By The Sun e Ken Mode, con un legame ben evidente con la propria scena nazionale e un piglio math, i Dead Like Me dimostrano di aver fatto tesoro del proprio bagaglio per costruire un album fuori dagli schemi eppure non ostico, soprattutto in grado di emozionare e tenere sempre ben presente la comunicazione con l’ascoltatore. Non manca nemmeno un legame con i vecchi compagni di split Gerda, con i quali si avverte un’affinità elettiva a tratti evidente nelle pieghe del suono più che nella scrittura, a completare un quadro di riferimenti che non oscurano la personalità di questa band, ormai attiva dal 2010 ma lontana dallo studio proprio dallo split poco sopra citato (2012). Un vero peccato viste le potenzialità espresse in questo nuovo À Terre, Amas De Rêves, un disco a fuoco nel suo riuscire ad unire ingredienti non inusuali eppure combinati in modo originale e convincente. Speriamo di non dover aspettare altri cinque anni per riavere loro notizie.