DEAD LIKE ME / GERDA, Me And Gerda Are Both Dead Like You
Me And Gerda Are Both Dead Like You racconta sin dal titolo una storia che va oltre la semplice affinità musicale, parla di un’amicizia che supera le distanze e permette a due province dell’impero di incontrarsi e costruire insieme, aiutarsi e supportarsi a vicenda, incuranti del trovarsi in luoghi non proprio al centro dell’hype, eppure in grado di sfornare realtà importanti, di balzare agli onori delle cronache musicali e di spostare in avanti la stessa concezione di postcore. Se, infatti, i Gerda da queste parti non hanno certo bisogno di presentazioni, vale la pena ribadire come i Dead Like Me, nati dallo stand by dei Gary Suicidal Kids Commando, siano riusciti in brevissimo tempo a imporre una cifra stilistica che non si limita ad amministrare, ma elabora in modo personale e rimastica l’incontro tra noise-rock e hardcore, di cui offre una nuova sfumatura possibile. A dare man forte scendono in campo label importanti e da sempre vicine alla voglia di osare e varcare i confini tra generi, a suggellare un’alleanza tra cugini che lascia ai blocchi di partenza contendenti ben agguerriti e blasonati. Sfuriate dissonanti, bordate di suoni compressi e contorti come lamiere, filiazioni di matrice core per due band in grado di piegare le note al proprio volere e rendere vitale un linguaggio troppo spesso oggi vicino a diventare codice. Le strizzate d’occhio agli Stati Uniti ci sono, ma sono rivisitate alla luce di una sensibilità tipicamente europea, a cominciare dalla lunga (e unica) traccia dei Gerda, più di nove minuti caratterizzati dall’apparente caos di un magma in realtà ingabbiato all’interno di strutture costruite con precisione chirurgica dai consueti tagli a freddo nella struttura dei riff. Sempre più a fuoco, sempre più feroci nella loro opera iconoclasta… ormai dei Gerda si dovrebbe cominciare a parlare come di uno dei nomi di riferimento della scena postcore mondiale senza paura di apparire faziosi. I Dead Like Me rispondono con tre tracce tormentate e al contempo devastanti: cascate di suoni stridenti di chiara matrice noise si riversano sull’ascoltatore e chiamano in causa diversi estremismi, grazie anche alla ferocia limitrofa al grind che denota una composizione come quella che apre le ostilità. La loro è musica capace di sposare la bestialità con la ricerca di soluzioni più articolate, la furia con la meticolosità del math-core, il tutto senza soluzione di continuità e affogato in un’esplosione di suoni caustici e sofferti. Ci si trova senza dubbio ad assistere a un incontro da non perdere, un match da cui si spera possa nascere presto anche un tour, così da vedere in azione anche dal vivo questi guastatori.