DE’ LAMPERI, Addio Esseri Di Polvere

La rappresentazione sonora di un’immagine mentale nel 1600? Una corsa di fantasmi a cavallo? Non sappiamo esattamente dove voglia trascinarci con sé de’ Lamperi, il fiorentino Francesco Toninelli, già parte di diversi ensemble (Ensemble Ektos, BlueRing-Improvisers) e autore di un nastro, El Jardin, ormai risalente al 2020. La colpa sarà nelle pietre e negli specchi, recita una voce bulbosa al termine del “Tema Di De’ Lamperi”, traccia iniziale di questo disco, mettendoci saggiamente in guardia. Quello di de’ Lamperi non è però il suono fantasma che ebbe il suo splendore qualche anno fa nel Regno Unito, bensì una forma che ha più affinità con la storicità e l’orrore dei maestri cinematografici italiani di serie B, l’arte di un arrangiarsi in maniera miracolosa, spaventandoci a tradimento. Nulla di gore, sia ben chiaro, più la tensione, il gotico, il filo di vento gelido che ti colpisce alle spalle e che fodera “Cuori Di Seta”, chiarendoci il nostro ruolo di vittime predestinate. Nella successiva “La Bestia”, invece, si parte larghi, campionamenti di animali al pascolo per arrivare alla voce di prima, torbida e maligna ma classica, come l’angelo caduto Lucifero che sembrerebbe ancora intento al dialogo col padre se non fosse per quella distorsione abbracciata da un mondo di frattaglie sonore e da un fischio lontano che ne attesta la gelida solitudine.

Al contrario, il “Tema Della Grazia” è un brano di musica classica poggiato sopra alla vita comune e relativi suoni d’ambiente, mentre de’ Lamperi stesso (forse) proclama che “ma per fortuna so che un giorno sarò con te in paradiso, per sempre”. Amore, quindi, che del resto, se ripensiamo al titolo, dare l’addio a qualcuno è segno di affetto scambiato e di sentimento, c’è del cuore in un vuoto che sembra aver inglobato tutto con la sua ombra. In “Ascolta I Colli” sembra di vivere i momenti tra notte e giorno di “Ladyhawke” di Richard Donner, anche se le tempistiche non collimano ma la desolazione e la pacifica e tenebrosa stasi ci riportano a un mondo quasi senza umani, evocativo e tremendo. “Tagliagole” potrebbe essere una produzione Tigerbeat6 con i suoi tagli iniziali, portandoci poi tra fredde ambientazioni, segrete dove verosimilmente i misfatti si svolgono da tempo e si alternano momenti di stasi a cruente grida digitali. Il finale alterna vita sociale e solide melodie pianistiche, narrando i vantaggi e gli svantaggi della storia per la vita. Certamente c’è del positivo e del negativo, ma sentendo de’ Lamperi narrare il suo essere presente nella casa dei genitori a Firenze, ci pare che questo disco sia una sua testimonianza per il futuro. Ci augura buona fortuna, dicendo che rimarrà lì per sempre, lasciandoci a voci sconosciute, quasi un coro ciarliero in una grande sala accompagnato da una musica barocca, senza darci risoluzioni.

Addio Esseri Di Polvere è disco bello e misterioso, proprio come il simbolo che Tommaso Di Tommaso ha posto al centro della copertina: un giglio ed un pugnale, le iniziali di de’ Lamperi, un fondo che prende azzurri e grigi formando una carta da zucchero fredda e misteriosa, piena di vita.