DARK CIRCLES, MMXIV
Il Canada ci ha sempre regalato perle sia in campo metal, sia in campo hardcore: Razor e Slaughter, ad esempio, in campo thrash metal, Propagandhi per quanto riguarda l’hardcore più politicizzato e sarcastico. Ora scendono in campo questi Dark Circles, fautori di un misto tra hardcore, crust, black e d-beat. Un bel casino, eh? No, la faccenda è più semplice di ciò che sembra: suonano unendo la velocità dell’hardcore e del black metal alla potenza del crust e del d-beat. Quello che ne scaturisce è una bomba a orologeria pronta a esplodervi tra le mani. Il gruppo dimostra di essere pienamente in grado di maneggiare un genere che si fonda su molteplici influenze e – pur essendo al debutto – di avere tutte le carte in regola per stare alla pari di nomi più blasonati e presenti da più tempo sulla scena. Quello che i Dark Circles propongono è un suono compatto, claustrofobico, privo di qualsiasi tipo di speranza, che colpisce dritto l’ascoltatore, proiettandolo in un luogo dove regna il silenzio, dove la morte si è impossessata di tutto. Si tratta di un mondo dal quale è impossibile fuggire. Il nostro mondo, quello in cui ogni giorno ci muoviamo, che vive ma sa in cuor suo di essere defunto da tempo e tenuto in vita solo dalle nefandezze umane, che lo alimentano in un circolo vizioso senza capo né coda. Ecco, quella dei canadesi è una rappresentazione della nostra società, cupa, fredda, grigia, totalmente apatica. Da tenere d’occhio.