DANIELE SANTAGIULIANA, Jeremiad
Su Daniele Santagiuliana ci siamo soffermati spesso, ormai. Fino a oggi s’era parlato di ambient, industrial e noise. Qui, invece, Daniele si concentra sulla chitarra acustica e sulla propria voce, mantiene il suo approccio istintivo e sfrutta la sua esperienza passata per creare atmosfere malsane con effetti, farfisa e qualche percussione sparsa. Si mette a nudo, metaforicamente e non, tira fuori bile e malessere in uno dei modi più classici che un musicista conosce. Ogni imperfezione di queste lamentazioni diviene un pregio, ogni punto debole in realtà è una carta vincente. Non è comunque la prima volta che lo sentiamo cantare, dato che già lo avevamo visto al lavoro assieme a Cristiano Deison e Andrea Gastaldello per una cover di “Failure” (guarda caso) degli Swans, che aiuta a inquadrare meglio anche questa situazione. L’influenza di Gira, infatti, si percepisce anche su Jeremiad, ma si comprende pian piano che Daniele negli anni ha rimasticato anche molti ascolti per poi sputar fuori il suo personalissimo folk nero (c’è, tra le pieghe di Jeremiad, pure qualcosa del Marilyn Manson più depresso). I testi – come i suoni, volutamente scheletrici e ripetitivi – mostrano un uomo con la schiena e il cervello spezzati, parlano di brutte solitudini e di una vita sofferente. Niente a cui uno non sia abituato, se frequenta certi “luoghi”, ma qui – per riassumere – tutto nella sua essenzialità giunge molto autentico e macilento, il che non può non colpire.
Il livore verso gli altri – fratello compreso – che si sente in molti pezzi lascia pensare che Jeremiad sia il classico tentativo di autopurificarsi. Almeno questo è quello che auguro a Daniele. Il disco è dedicato ad Ava: se è la donna che lo ha fatto star così male, speriamo che lo venga a sapere e ne patisca a lungo, ma a istinto (questa volta è il mio) direi che è quella che lo fa star meglio adesso.
Dategli una chance.
Tracklist
01. And Then…
02. Little Led Red Light
03. My Last Will
04. Bedlam
05. Brother
06. The Sink Dream
07. Jeremiad
08. An Obscure Saint