DANIEL MENCHE, The Soaring

 

 

 

 

 

 

 

 

 

diafano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fissare questa parola in mezzo al bianco uniforme. Pensare solo al suo significato. Meglio ancora: intuirlo o visualizzarlo. Forse è il modo migliore di trasporre in segni The Soaring: bianco infinito e la suggestione dell’impalpabilità.
Menche, con l’aiuto di Faith Coloccia, lo ha rappresentato così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(ancora dieci passi di bianco, per entrare nel tempo dell’album)

 

 

 

 

 

 

 

 

Un solo colore, molte sfumature, una superficie liquida, quasi senza increspature. Puoi ingrandirla, puoi sprofondarci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le voci trasfigurate di Faith Coloccia (Mamiffer) e Joe Preston (Thrones), Menche al contrabbasso. Un antecedente chiaro: Cerberic Doxology (2008).
Più in generale, la missione di Daniel: tessere suoni eterni, ambient/noise da cui – quando la magia riesce – non puoi staccarti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(qui riesce perché le voci umane sono uniche e irripetibili)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è facile, come non è facile scrivere in modo che lo scritto sembri questa musica. Se sei qui, sei paziente, scendi ancora dieci passi e decidi se ho ragione.