Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

DAMNATIONS HAMMER, Disciples Of The Hex

Damnations Hammer

Non ho timore di dire che questo sia uno dei dischi che mi hanno più colpito dall’inizio di questo maledettissimo 2013. Il trio inglese aveva finora fatto uscire un demo, quindi questo debutto autoregistrato e autoprodotto, per l’occasione ristampato in cd dalla svedese I Hate. L’ennesimo caso di “bugiardino” fuorviante mi aveva predisposto in maniera deviata ai loro pezzi: “traditional doom/death” è proprio una nicchia riduttiva per i Damnations Hammer. In effetti, il suono deve in parte qualcosa al death metal (non quello claustrofobico in ogni caso), ma qui compositivamente sono i Celtic Frost che saltano immediatamente all’orecchio. “Quali Celtic Frost?”, qualcuno si chiederà. Ovviamente non quelli di Cold Lake, anche se, in era di revivalismo di qualunque tipo, non mi stupirei nel veder saltar fuori qualche gruppo ispirato da quel disco. I Damnations Hammer riescono nell’arduo compito di essere influenzati dai maestri, come molti altri del resto, ma creando un loro stile personale. Pensate ai Celtic Frost del periodo di mezzo, circa To Megatherion, e alle consuete progressioni (dis)armoniche di Tom Warrior sui semitoni. I nostri captano questo elemento fondamentale della musica frostiana nella sua accezione sul tempo medio, e su questo insistono e martellano dannatamente (appunto). Dalla descrizione, il disco potrebbe apparire come qualcosa di noioso, qualcosa né lento né veloce, né tofu né seitan, ma vi assicuro che i pezzi sono costruiti sapientemente e, sparute incursioni nella lentezza oppure nella velocità (“Impaled On The Horns Of Betrayal” è devastante) contribuiscono a movimentare la situazione. Mi viene in mente Condemned, il disco di debutto degli americani Confessor che proprio sulla chiave del tempo medio (anche se con altre radici, pur trattandosi di metal) era costruito. Ecco, quel disco è tutt’ora molto sottovalutato, non vorrei che anche i Damnations Hammer facessero la stessa fine. Voto: cloni senza clonare, l’ossimoro che ci piace, comprare!


Tracklist

01. Defiance & Retribution
02. Throne Of Fire
03. Disciples Of The Hex
04. Serpent’s Wrath
05. Impaled On The Horns of Betrayal
06. Harbinger Of Darkness
07. The Hex II
08. Gates To The Necronomicon