DAMN CITY, No Heroes
Un hardcore registrato con suoni umidi e pesanti spesso inganna. In questo caso le varie immissioni di parti più metal in No Heroes rendono il disco un esempio di non eccessiva commistione metalcore, che comunque verrebbe apprezzato in ambito hardcore old-school. Insomma: un NYHC al quale però piace osare. Sia chiaro, fin dalla prima nota di “Damn City!” si capisce bene a cosa si va incontro, di sicuro non si parla di canzoni da stage-diving e basta: il beatdown è possente e spesso protagonista, i vari cori permettono sing-along, ai quali quasi sempre seguono riff più ritmati da circle-pit, come si sente bene in “F(R)Ame”. Proprio questo alternarsi fra voce urlata e voce distorta crea un’etichetta distintiva dei Damn City, che inciampano solo in “Dreaming To The Skyline”, dove il cantato si lascia andare a un timbro un po’ troppo pulito, scivolando in ambiti di solito sgraditi a chi fino a quel momento stava apprezzando tutto. Pazzesca “Liar Tongue”, nella quale la chitarra si inacidisce in uno stacco degno di “Homewrecker” dei Converge, anche se è molto diversa e molto più distruttiva nelle strofe. Nel complesso No Heroes riesce a trasmettere grinta e rabbia, facendo sudare e saltare gli ascoltatori. Di sicuro a chi piace l’hardcore più battuto verrà voglia di sentirli dal vivo.