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CUONG VU QUARTET, Ballet

Nello scorso secolo c’è stato un periodo in cui (mentre case discografiche e media impilavano pacchi di quattrini riproponendo versioni riviste e corrette di successi già sfruttati, riciclando artisti…) erano solo il punk ed il jazz a navigare verso nuove terre, allargando i confini del Rock oltre l’orizzonte definito fino al giorno precedente proprio da riviste ed etichette. Oggi la situazione è cambiata, punk-rockers e jazzisti bazzicano quartieri differenti, non guardano più costantemente all’orizzonte e quando lo fanno è solo per vedere se cambia il tempo. È nuvoloso? Forse no. Rosso di sera bel tempo si spera. Possiamo andare a dormire tranquilli, domani sarà come ieri. Sì, ma io cosa ci faccio con il promo di Cuong Vu ed il suo quartetto tra le mani?

Facciamo un passo indietro. Cuong Vu è un trombettista statunitense, con un passato nel Pat Metheny Group, che insieme ai sui quattro compari, tra i quali spicca il chitarrista Bill Frisell, reinterpreta una serie di pezzi firmati Michael Gibbs. Altro passo indietro. Michael Gibbs è un jazzista noto, tra l’altro, per aver utilizzato, negli anni Settanta, elementi rock nel jazz… tempi in cui si allargavano i confini musicali oltre l’orizzonte, ricordate?

L’album si apre con “Ballet”, reso particolare dalla trama storta che finisce per sfociare in una sorta di waltzer-blues sghembo. Seguono il lento “Feeling And Things” e “Blue Comedy”, uno swing che, a parer mio, non regge il paragone con la versione proposta in passato dal Gary Burton Quartet. “And On The Third Day” ci regala un bellissimo intro da tramonto estivo, per poi mettersi in viaggio a bordo di una convertible e attraverso una vasta pianura desolata, alla volta di una spiaggia remota. Di sicuro uno degli episodi più suggestivi dell’album. “Sweet Rain”, il cui titolo dice tutto, chiude la scaletta. A fine giornata, infatti, potreste facilmente ritrovarvi nel vostro appartamento, mentre fuori, sotto la pioggia, le auto nel traffico rallentano sempre più. Ma la cosa vi scivola addosso, tanto ormai i giochi sono fatti.

In sostanza Ballet rappresenta un palco sul quale Vu e Frisell fanno sfoggio di tutto il loro talento, sorretti da una sezione ritmica ordinata e sempre dentro le righe. È un album estremamente rilassante, capace di evocare atmosfere perfette per un aperitivo solitario di martedì sera. A pensarci bene, è adatto anche per un break prolungato sul balcone di una lussuosa residenza, dove vi trovate a cena insieme ad altri cinquanta invitati selezionatissimi e dai quali avvertite il bisogno di congedarvi per un po’, dopo il terzo bicchiere di Vermentino. Dunque, eccovi sul balcone. Ma a farvi compagnia non c’è quella bellissima donna (o uomo) che probabilmente stavate già immaginando. Siete solo voi, con in mano il quarto bicchiere di vino bianco. Godetevi questo momento di tranquillità, tra non molto dovrete tornare a sedervi a tavola.

Per rispondere alla domanda iniziale del cosa ci faccio con questo promo tra le mani, me lo gusto in totale relax, mentre sbevazzo da solo sul balcone di casa, e senza invitati che rompono il cazzo!


Tracklist

01. Ballet
02. Feelings And Things
03. Blue Comedy
04. And On The Third Day
05. Sweet Rain