CULT OF EIBON, Lycan Twilight Sorcery
Avevo letto commenti egregi sul 7″ dei Cult Of Eibon uscito lo scorso anno, quindi ero molto curioso di ascoltare l’esordio a lungo raggio, opera di un’instancabile Iron Bonehead, la cui produttività ormai rasenta moli ortofrutticole.
I Cult Of Eibon sono greci e sono una sorta di tribute band dei Rotting Christ, in particolare del loro periodo compreso fra il demo Ade’s Winds e Non Serviam. Diciamo anche dei Thou Art Lord fino ad Eosforos, del resto Necromayhem/Sakis Tolis suonava la chitarra e cantava in ambedue i gruppi contemporaneamente e senza troppe differenze nei risultati. Il tributo può essere esteso pure ai Varathron del periodo di His Majesty At The Swamp (qui non c’era Sakis Tolis, ma il bassista, Jim Mutilator, era lo stesso dei Rotting Christ…). Perciò, riassumendo, si tratta della stagione migliore del black metal greco anni Novanta, quella che tutti si ricordano e rispettano. I Cult Of Eibon sono piuttosto pedissequi nel riprendere tutti gli stilemi del (sotto-sotto-sotto) genere, i riff, la tastiera lieve in sottofondo, persino la batteria ha i suoni sintetici che richiamano alla batteria elettronica che immancanbilmente appariva nei classici a cui si ispirano. Solo la voce è un po’ diversa, via. Che dire… mi sono piaciuti perché adoro quel tipo di black metal che gli stessi padri fondatori in un modo o nell’altro hanno abbandonato, chi più, chi meno. Del resto amo tutti i miliardi di cloni dei Discharge e degli Hellhammer, è più forte di me. Se non ci si formalizza troppo su originalità e personalità, può essere molto piacevole gustarsi la seconda parte di dischi che si adorano, anche se a suonarli è qualcun’altro, e a patto che l’operazione sia filologicamente corretta. Sui Cult of Eibon non c’è nulla da ridire.